Archivio degli autori

KABILA – Oltre noi (2010)

KABILA – OLTRE NOI (2010)

L’anno 2010 vede i Kabila praticamente risorgere dalle proprie ceneri come una Fenice, accidentalmente araba…Succede a fine gennaio 2009 che il gruppo pianga la scomparsa prematura del batterista Marco Patrussi e che questa cosa blocchi inevitabilmente l’attività per un pò di mesi.
Successivamente i ragazzi stringono i denti, reclutano il batterista Nano Checcacci e ricominciano a scrivere. E dopo che sei dovuto passare da roba di quel genere, sei più forte, inevitabilmente.
Ne esce un disco molto più realistico, forte, determinato del precedente.
Anche se nel frattempo il suonatore siriano di oud Mouiauia se ne era andato, era anche arrivato il bassista Giacomo Chiarini ed il suono si era decisamente irrobustito. In più la sofferenza ti fortifica, e l’intensità di certi brani non è stata ottenuta per caso. D’obbligo citare TAMBURI DAL CIELO, dedicata a Marco (realizzarla è stato sconvolgente anche per me), ma anche brani come GRATTACIELI o DOVE C’E’ UNA STRADA(con RAFFAELLO SIMEONI) o ancora MANI NEL FANGO. Insomma, tutti insieme appassionatamente, nella memoria di Marco e in un disco più world che afro, se vogliamo restare nell’ambito delle classificazioni,  ma proprio per questo dotato di un respiro decisamente universale.

Massimo

LA TRESCA – Lasciare libero il passo (2009)

Dopo tre cd in studio LA TRESCA decise di chiudere in un certo senso un percorso attraverso la realizzazione di un cd live corredato da un dvd di un concerto tenutosi nel loro ambiente prediletto: il teatro.Forse è stata proprio questa sopraggiunta predilezione per le quattro mura con dei palchi intorno a spingere gli amici bolsenesi verso questa tipologia di realizzazione;fatto sta che il cd è stato prodotto da coloro che hanno registrato il live a parte un brano, inedito, che fu registrato da me.
Si trattava della cover di un brano di un cantautore argentino,LEON GIECO; un brano famosissimo ovunque (meno che in Italia, ovvio) dal titolo SOLO LE PIDO A DIOS.
Ritenni la scelta perfetta e il risultato è come dovrebbe essere una cover: molto fedele ma è anche molto ma molto chiaro chi halasciare libero il passo

Dopo tre cd in studio LA TRESCA decise di chiudere in un certo senso un percorso attraverso la realizzazione di un cd live corredato da un dvd di un concerto tenutosi nel loro ambiente prediletto: il teatro.Forse è stata proprio questa sopraggiunta predilezione per le quattro mura con dei palchi intorno a spingere gli amici bolsenesi verso questa tipologia di realizzazione;fatto sta che il cd è stato prodotto da coloro che hanno registrato il live a parte un brano, inedito, che fu registrato da me.
Si trattava della cover di un brano di un cantautore argentino,LEON GIECO; un brano famosissimo ovunque (meno che in Italia, ovvio) dal titolo SOLO LE PIDO A DIOS.
Ritenni la scelta perfetta e il risultato è come dovrebbe essere una cover: molto fedele ma anche dotata di una rilettura che solo gli interpreti del momento possono e sanno dare.

Massimo

KABILA – La città degli alberi (2008)

Con LA CITTA’ DEGLI ALBERI ho affrontato un ulteriore versante musicale,del tutto inedito per me, ossia la musica del medio oriente.Questo gruppo,che fa base ad Arezzo, annoverava tra le proprie fila un suonatore di oud siriano eccezionale ed un cantante libanese come ce ne sono pochi.Se a questo aggiungete un compositore con vaste influenze pop come Mirko Speranzi capirete come potesse risultare intrigante questa miscellanea.
Il cd è un concept album che narra di un ragazzo in viaggio per tutta l’Africa; per questo la musica risulta essere un vero e proprio caleidoscopio di influenze africane tra le più disparate.
Un ottimo cd di esordio, dove vanno menzionati in particolare brani come CONCERTO D’AFRICA,CANTO DI SIRENA, UN FUTURO CHE NASCE A SUD, LA FORBICE DEL NILO o IL MARE DI METALLO. Ospite Francesco Moneti dei MCR.

Massimo

LA TRESCA – Cinquemila anni (2007)

Arriva per tutti il momento di crescere. Arrivò  anche per il gruppo bolsenese, che dopo due uscite contraddistinte dalla goliardia e dalla leggerezza tutta paesana di chi si vuole e vuole divertire(oltre che da ottima musica, naturalmente)stavolta si mette a trattare temi più difficili, più amari come il duro lavoro dei pescatori al lago,o l’ineluttabilità della morte.Argomenti più maturi richiedevano un suono anche più misurato, sempre molto forte ma incisivo in modo quasi ossessivo rispetto ai precedenti lavori.
Un ottimo lavoro, arricchito da Francesco Moneti, Cisco Bellotti e Silvia Gallone, quest’ultima membro dell’orchestra di Ambrogio Sparagna.
Da segnalare il colpo di coda di allegria in quello che fin da subito si rivelò essere un classico: MAMMAMEMORO.

Massimo

FABIO PUGLIA – Le quattro possibilità della pioggia (2006)

Credo di poter dire che questa sia  stata  la più difficile da realizzare tra le mie produzioni discografiche,trattandosi di materiale di un genere a me lontanissimo quale quello d’autore un pò dark, molto scuro, con un linguaggio molto ermetico e davvero poco immediato alla comprensione.
Mi ci è quindi voluto un pò a focalizzare una linea di intervento, che però alla fine si è materializzata attraverso gran bei pezzi quali EUROPA , ISOLE DI CARTA, LE RISA DEL FIUME ROSSO e RESISTENZA DEL MARE. Da ricordare un cameo di ANDREA CHIMENTI in MEZZOGIORNO e alcuni lavori di orchestrazione insieme a VIERI BUGLI e il suo violino decisamente notevoli, su tutti quello in EUROPA.

Massimo

CASA DEL VENTO – Sessant’anni di resistenza (2004)

Il sessantesimo anniversario della fine della guerra mi offrì l’occasione di lavorare nuovamente con gli amici fraterni della Casa del Vento.Il lavoro era composto da dodici brani su episodi della resistenza in provincia di Arezzo, ed il gruppo optò per una versione più acustica del solito per quanto riguardava il suono.Questo fattore fu determinante per il nostro nuovo sodalizio, che sfociò nella realizzazione di questo cd molto intenso: presenti alcuni estratti vocali raccontati direttamente da partigiani

Massimo

LA TRESCA – Compagni di strada (2003)

Il primo vero cd del gruppo bolsenese, fatto di storie di paese e di vita autentica, amara ma scanzonata e resa leggera da quella “spallucciata” tipica di una antica saggezza popolare. Devo ammettere che, dopo esperienze molto più terzomondiste con i MCR, un bel tuffo in una dimensione più paesana non mi è dispiaciuto affatto. Tra i brani rimarchevoli la title track,  LO STROLOGO (praticamente Frank Zappa applicato al combat folk), e il brano LEZIONI DI VOLO, ispirato da un racconto di Luigi Pagnotta narrante le vicende di due matti del paese che cercarono a tutti i costi di volare, buttandosi fisicamente da uno strapiombo(?).

Massimo

RODOLFO MONTUORO – A vision (2004)

Il primo cd dell’etichetta AI-MUSIC e uno dei primi miei lavori da produttore:canzoni figlie dirette della poesia e della poetica di Rodolfo, vero ed autentico poeta dei nostri giorni.Un disco reso estremamente originale dalla vocalità decisamente personale di Rodolfo e tutto pervaso da una luce forte; sentire per credere brani come ULISSE.

Massimo

LA TRESCA – Me sà mmianno da veda (2001)

Era l’anno 2000 quando  si presentò da me un gruppo di ragazzi che avevano fondato un gruppo a Bolsena, suonavano trad e qualche cover dei Modena. Subito sentii un gruppo affiatatissimo fin da allora, accordato, misurato e preciso. Da lì l’idea: questo è il loro primo cd, comprese le due cover…ed è anche la mia primissima produzione artistica!

Massimo

LA PRIMA JAM SESSION – Pierre Bensusan

Era il 1993, credo fosse marzo. Dopo circa un anno e mezzo di studio matto e disperatissimo stavo finalmente cominciando a tirare fuori qualche suono dalle mie uilleann pipes; contemporaneamente l’amicizia con Paolo Brasini, direttore artistico del VELVET UNDERGROUND di Castiglion Fiorentino (AR) mi consentiva di vedere da molto vicino artisti di valore assoluto, scambiare con loro opinioni, sentirli dal vivo per cercare di carpirne i segreti. Naturalmente ero davvero inesperto e troppo, troppo timido per propormi come musicista in alcun modo; quindi mi limitavo ad osservare i sound check, andare a cena con gli artisti, parlarci di musica, di come era fatta la vita del musicista ecc. Poi, per scaramanzia, portavo con me anche lo strumento, non si sa mai..

Particolare sintonia scattò col grande chitarrista francese PIERRE BENSUSAN. All’epoca non lo conoscevo, ma l’amico Paolo Brasini mi assicurò che si trattava di uno dei più grandi in assoluto. Ed effettivamente lo fu, grande: un chitarrista eccezionale e davvero molto, molto originale. Inoltre, cosa che fece la differenza, una persona disponibilissima.Parlammo a lungo di tante cose: musica, cibo, politica….tutto molto gradevole. Il concerto fu assolutamente magistrale: Pierre sembrava particolarmente ispirato e non si risparmiò, deliziando il pubblico con prodezze tecniche ma anche grande intensità melodica. Finito il concerto, quando ormai se ne erano andati già tutti, Pierre venne da me e mi disse : ti va di suonare un pezzo con me? Riavutomi dalla sorpresa e dall’emozione, corsi a prendere le uilleann pipes e mi sedetti accanto a lui sul palco. Davanti a quattro o cinque amici miei, più sorpresi anche di me, tra cui LUCA BUSATTI, già presente in questo sito in altri articoli, Pierre mi fece ascoltare una melodia ancora incompiuta, e da lì partì una lunga improvvisazione (circa venti minuti)  per una atmosfera davvero unica e irripetibile. Ricordo ancora perfettamente le facce trasognate di tutti al termine del pezzo: avevo appena visto e provato come si compie la magia della musica, quella vera. Quella serata risultò apportare una spinta decisiva alla mia determinazione nel diventare musicista a tutti gli effetti: troppo preziosi quei momenti per non cercare di viverli tutti!

Non ho più avuto modo di incontrare Pierre da allora, ma approfitto di questo spazio per mandargli questo messaggio, che gli devo praticamente da allora: GRAZIE.2013-10-14_06_10_44

Era il 1993, credo fosse marzo. Dopo circa un anno e mezzo di studio matto e disperatissimo stavo finalmente cominciando a tirare fuori qualche suono dalle mie uilleann pipes; contemporaneamente l’amicizia con Paolo Brasini, direttore artistico del VELVET UNDERGROUND di Castiglion Fiorentino (AR) mi consentiva di vedere da molto vicino artisti di valore assoluto, scambiare con loro opinioni, sentirli dal vivo per cercare di carpirne i segreti. Naturalmente ero davvero inesperto e troppo, troppo timido per propormi come musicista in alcun modo; quindi mi limitavo ad osservare i sound check, andare a cena con gli artisti, parlarci di musica, di come era fatta la vita del musicista ecc. Poi, per scaramanzia, portavo con me anche lo strumento, non si sa mai..

Particolare sintonia scattò col grande chitarrista francese PIERRE BENSUSAN. All’epoca non lo conoscevo, ma l’amico Paolo Brasini mi assicurò che si trattava di uno dei più grandi in assoluto. Ed effettivamente lo fu, grande: un chitarrista eccezionale e davvero molto, molto originale. Inoltre, cosa che fece la differenza, una persona disponibilissima.Parlammo a lungo di tante cose: musica, cibo, politica….tutto molto gradevole. Il concerto fu assolutamente magistrale: Pierre sembrava particolarmente ispirato e non si risparmiò, deliziando il pubblico con prodezze tecniche ma anche grande intensità melodica. Finito il concerto, quando ormai se ne erano andati già tutti, Pierre venne da me e mi disse : ti va di suonare un pezzo con me? Riavutomi dalla sorpresa e dall’emozione, corsi a prendere le uilleann pipes e mi sedetti accanto a lui sul palco. Davanti a quattro o cinque amici miei, più sorpresi anche di me, tra cui LUCA BUSATTI, già presente in questo sito in altri articoli, Pierre mi fece ascoltare una melodia ancora incompiuta, e da lì partì una lunga improvvisazione (circa venti minuti)  per una atmosfera davvero unica e irripetibile. Ricordo ancora perfettamente le facce trasognate di tutti al termine del pezzo: avevo appena visto e provato come si compie la magia della musica, quella vera. Quella serata risultò apportare una spinta decisiva alla mia determinazione nel diventare musicista a tutti gli effetti: troppo preziosi quei momenti per non cercare di viverli tutti!

Non ho più avuto modo di incontrare Pierre da allora, ma approfitto di questo spazio per mandargli questo messaggio, che gli devo praticamente da allora: GRAZIE.

Massimo