THE LONELY SUNFLOWER – new album

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ROGER LUCEY – NOW IS THE TIMEROGER LUCEY – NOW IS THE TIME

cover roger

Esce in questi giorni un album decisamente particolare tra le mie collaborazioni: si tratta dell’album del cantautore sudafricano ROGER LUCEY, amico di lunga data. Dopo aver combattuto per anni contro il regime sudafricano, denunciandone i crimini dell’apartheid e per questo subendone ritorsioni continue, finalmente Roger riesce a pubblicare un suo album: 15 pezzi che mescolano country, folk, world music, un sacco di musicisti bravissimi ed una produzione davvero ottima, piena della luce che si può vedere solo a quelle latitudini.
Ho partecipato alla registrazione di diversi pezzi, in qualche caso anche alla loro scrittura, suonando uilleann pipes, flauti, bouzouki e perfino la chitarra elettrica: per la precisione in ALL IN THE HEART, WHEN OUR HEARTS WERE ON FIRE, DAYS OF REFLECTION, THE LINE Tralasciando il lato emozionale presente nel risuonare insieme ad un amico dopo quindici anni, mi sono divertito un sacco a mescolare suoni e ritmi irlandesi a colori decisamente diversi, unendo Africa ed Europa insieme alla bellissima voce del mio amico Roger. Devo anche sottolineare che questo disco va a sanare un’ingiustizia pluriennale, rendendo il giusto merito ad un grande artista che non ha mai potuto essere tale per motivi indipendenti dalla propria volontà. Ve lo consiglio vivamente. Qui sotto potete ascoltare alcuni  brani: WHEN OUR HEARTS WERE ON FIRE, ALL IN THE HEART e DAYS OF REFLECTION.

Roger ha ricambiato il favore regalandomi un brano per il mio cd che sta per uscire. Naturalmente ve lo farò sapere.

L’album lo trovate nel sito di Roger www.rogerlucey.co.za e in tutte le piattaforme digitali.

UN TOSCANO IN IRLANDA – L’autobiografia di Massimo Giuntini

UN TOSCANO E L'IRLANDA - copertina prima

In attesa del nuovo cd, la cui uscita è prevista in Maggio, arriva l’autobiografia di Massimo! Il libro UN TOSCANO E L’IRLANDA – La mia strana vita con una cornamusa  è da oggi disponibile, grazie all’iniziativa di EDITRICE ZONA.  Mi son molto divertito a scriverlo, ricordando episodi ed aneddoti divertenti nascosti tra le pieghe della mia attività musicale, ma ho anche cercato di spiegare quanto sia importante per me la musica, quanto sia stato fortunato ad avere la possibilità di girare il mondo insieme a questo strano attrezzo manovrato da un mantice, che mi ha consentito di incontrare persone importantissime e stranissime in ogni angolo del globo. Fondamentalmente ho voluto scrivere una storia divertente, spero di esserci riuscito.

Il libro è reperibile sia in libreria che in rete:

Questa la pagina delle librerie in cui lo potete trovare:  www.editricezona.it/librerie.htm.  Potete trovarlo anche su  www.amazon.it oppure qua sotto:

http://www.ilovebooks.it/advanced_search_result.php?oggetto_id=none&keywords=massimo+giuntini&osCsid=e3j2salueeqif2f03dk82rs180&x=7&y=13&search_in_description=1

Nel mese di Marzo sarò in giro a presentare questo libro, potete trovare date e luoghi sulla pagina tour 2015 del mio sito www.massimogiuntini.com.

Buona lettura!

Massimo

https://www.massimogiuntini.com/

LE MIE RECENSIONI DI ALTRI ARTISTI – Bloogfolk.com

Il_soffio_della_liberta_Cover

FABRIZIO POGGI – Il Soffio della Libertà

 

 

 

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STEVE HACKETT – Wolflight

 

 

 

saor patrol

SAOR PATROL – Outlander

 

 

 

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THE GUTBUCKETS – Kick Out The Lomax

 

 

 

Bela Fleck

BELA FLECK & ABIGAIL WASHBURN – Bela Fleck & Abigail Washburn

 

 

 

nine600

YOUNG DUBLINERS – Nine

 

 

 

PenguinCafe-TheRedBook

PENGUIN CAFE – The Red Book 

 

 

 

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MARTIN & ELIZA CARTHY – The Moral Of The Elephant

 

 

 

Oysterband

OYSTERBAND – Diamonds on the water

 

 

 

Homo Erraticus

IAN ANDERSON – Homo Erraticus

 

 

 

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BAP KENNEDY – Let’s Start Again

FOTO GIUNTINI-BUSATTI PIEVE A SIETINA 27 AGOSTO 2014

Le foto sono di Riccardo Impallomeni.

IL NOSTRO MOMENTO

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Si dice da sempre che la musica rock sia la musica giovane, anzi la musica per i giovani. E sì, sono senz’altro per la maggior parte i ragazzi che si ritrovano sotto qualche palco per ballare, cantare, scatenarsi e rimarcare anche fisicamente, oltre che spiritualmente, la loro giovinezza.

Anche i mezzi di comunicazione hanno sempre definito il rock come la musica giovane; io stesso ho avuto ampiamente modo di verificare quanto sopra durante la mia lunga permanenza nei Modena City Ramblers: l’85% del pubblico era – ed è ancora – composto da giovani e giovanissimi.

Poi però, come sempre, esistono delle eccezioni. Esistono cioè dei momenti in cui la musica – anche quella rock –  è destinata a persone meno giovani, scatenando inevitabilmente un’ondata di emozioni variegate e fortissime,  pari a quelle vissute da persone più giovani e ristabilendo un ordine democratico e paritario tra le diverse generazioni. Il 27 luglio 2014 io ho assistito ad uno di questi momenti, e per la prima volta mi sono trovato dall’altra parte della barricata, ossia tra i cosiddetti matusa.

L’evento si è verificato a Cortona (AR), splendida città etrusca adagiata sulle colline della Valdichiana, nell’ambito del Mix Festival 2014; protagonista dell’evento uno dei mostri sacri della musica rock progressive, il chitarrista STEVE HACKETT, che accompagnato da un gruppo di musicisti si è prodotto in una delle serate tecnicamente più potenzialmente pericolose per quanto riguarda la produzione di ferormoni nostalgici liberi nell’organismo umano: suonare la musica dei primi GENESIS! Dalla notte dei tempi il gruppo inglese è stato uno dei più amati della scena prog anni 70, e la dipartita di PETER GABRIEL nel 1974 sostituito da PHIL COLLINS ha scatenato dibattiti infiniti e discussioni intensissime tra i fans: meglio prima o dopo? Qual’è la migliore line up del gruppo? e via discorrendo. Adesso Hackett si presenta in tour con un gruppo di musicisti sconosciuti ai più nell’intento di riprodurre quella magia e quel suono senza i suoi celebratissimi ex colleghi. Salto mortale senza rete, viene da pensare. Ma la curiosità è davvero troppa per mancare.

Arrivo a Cortona nel tardo pomeriggio. L’atmosfera è davvero splendida: oltre ai tantissimi turisti stranieri che abitualmente invadono la città ci sono molte persone dirette al concerto e ai vari appuntamenti che il Festival ha organizzato. Mentre salgo la ripida salita che porta in piazza Signorelli sento delle voci microfonate provenire da dentro una chiesa: metto il naso dentro e vedo ERNESTO ASSANTE e GINO CASTALDO, ossia il gotha del giornalismo musicale italiano, intervistare la segretaria dei BEATLES. Subito mi scappa un sorriso: c’è qualcosa di diverso dal solito, dai soliti concerti. Fatico un attimo a mettere a fuoco di cosa si tratta, e proseguo la mia salita verso la piazza. Arrivo in una piazza piena di gente, dove lo spazio del concerto era già delimitato da transenne che però consentivano ancora un passaggio pedonale. Sento della musica provenire dal palco e mi affaccio: c’è ancora il gruppo sul palco che fa il soundcheck, stanno provando THE RETURN OF THE GIANT HOGWEED. Mi guardo intorno e mi vedo circondato da tanta gente, tutta con un telefono o un tablet in mano intenta a riprendere la scena. Hanno tutti sopra i quarant’anni e soprattutto hanno tutti la medesima espressione: occhi sbarrati e la bocca semiaperta in un sorriso diviso tra sorpresa e felicità estrema. E allora capisco qual’è la cosa diversa rispetto ad altre situazioni che prima mi sfuggiva: siamo tutti vecchietti! Siamo, ovviamente ma non troppo, un pubblico di mezz’età che ha colto l’occasione di sentire della musica meravigliosa dal vivo per la prima volta nella loro vita, suonata non da una cover band ma da uno dei protagonisti originali. Una volta compreso tutto questo, non vedo l’ora che si inizi.

Raggiungo il mio posto a sedere, e mentre aspettiamo nell’impianto suona della musica, in molta della quale spadroneggia una cornamusa irlandese. Segno buono, penso…Alle 21,30 esatte tra l’entusiasmo generale parte l’inconfondibile arpeggio di apertura di DANCE ON A VOLCANO. Il gruppo suona bene, la resa è più che buona, per quanto sia ovviamente impossibile non sentire l’assenza di Gabriel e Collins, ma tutti svolgono il proprio compito con diligenza, attenzione e professionalità. Il suono della Gibson di Hackett troneggia, ora cattivo ora dolcissimo, proprio come in quegli album che abbiamo tutti divorato per anni. In più di un momento la commozione prende il sopravvento: sentire dal vivo THE MUSICAL BOX, DANCING WITH THE MOONLIT KNIGHT o SUPPER’s READY suonata da Hackett in persona non ha prezzo. Mi guardo ancora intorno: ci sono amici, tanti, e persone che non conosco, tutti della mia generazione. Molti di noi hanno gli occhi lucidi, altri cantano, moltissimi sorridono. Ed è lì che mi accorgo che i veri protagonisti della serata siamo noi. E’ la nostra serata. Il nostro momento. Per una sera i ragazzi più giovani passano in secondo piano. Certo, ce n’erano alcuni tra il pubblico, ma quella è la serata della nostra riscossa, la carica degli ultraquarantenni! Siamo di nuovo, per una sera, liberi di cantare, ridere, piangere, godere fisicamente per la cosa più bella che ci sia al mondo: la musica. E che musica: i Genesis in persona! Attenzione: non si tratta solo di nostalgia per quando eravamo giovani e quindi le cose erano per forza migliori. C’è di mezzo, secondo me, anche un discorso musicale trasversale, un pensiero a quando la musica aveva un’importanza diversa nella nostra società. Ed è come sottolineare di nuovo, ricordare che era possibile scrivere qualcosa di bellissimo che non durasse necessariamente tre minuti e mezzo altrimenti le radio non l’avrebbero passata; e visto che ancora oggi gli stessi protagonisti di quella musica sono in giro a suonarla, personalmente voglio credere che sia ancora possibile farlo oggi. Se poi dura cinque minuti anzichè sette pazienza! Finito il concerto, come una volta, tutti a discutere: questo brano è venuto meglio, quello peggio, il bassista bravissimo, ma insomma, a me è piaciuto più il tastierista, certo che Collins e Gabriel…tutto sempre col sorriso di chi ha consumato la sua riscossa. Se mai ce ne fosse bisogno mi rendo conto, sempre di più, del potere della musica.

Quando è buona.

Massimo Giuntini in concert. Montelago, 08/03/2013MASSIMO GIUNTINI IN CONCERTO. Montelago, 03/08/2013

Massimo Giuntini with Roberto Romagnoli, Guitar, Davide Candini, keyboard, Gianluca Rizzoni, bass and Fausto Gherardi, drums.

Le Calvaire
The Big Ocean
A Serious Polka
The Little Prince
Dance Of Life

http://youtu.be/9PZFMR9FXEQGiuntini_058

Massimo Giuntini in concerto a Montelago (MC) il 3 agosto 2013 con Roberto Romagnoli alle chitarre, Davide Candini alle tastiere, Gianluca Rizzoni al basso e Fausto Gherardi alla batteria.

The Big Ocean

A Serious Polka

The Little Prince

Dance Of Life

 

http://youtu.be/9PZFMR9FXEQ

DISCOGRAFIA SOLISTA

THE LONELY SUNFLOWER (2020)

Il ritorno ad atmosfere decisamente più solari in un cd prodotto da RADICI MUSIC, in cui l’anima più tipicamente irlandese del mio suono ha preso il sopravvento, anche in fase di composizione.

THE WHITE WOLF (2018)

Un album che raccoglie musica nata per fare da colonna sonora a documentari tematici sulla caccia, trasmessi dal canale SKY Caccia e Pesca, diretti da Luigi GIUSTI.

TRECENTOSESSANTA (2015)

Per la prima volta presento delle canzoni in un mio disco. E siccome ho aspettato parecchio per farlo, di cantanti ce ne metto addirittura cinque diversi! Tutti bravi, tutti grandi amici. MARCELLO DE DOMINICIS canta il tradizionale irlandese PEATA BEAG DO MHATHAIR,  CISCO BELLOTTI si cimenta in ORA LO SO, ANDREA CHIMENTI canta SOGLIA D’INVERNO, RAFFAELLO SIMEONI duetta con me in INDACO e il sudafricano ROGER  LUCEY ci propone la sua ( e mia!) SAY GOODBYE.

PROMISES (2013)

Primo dei miei cd uscito per AI MUSIC, PROMISES è la summa dei lavori precedenti includendo anche il lavoro dei DUCTIA. Balza subito all’orecchio infatti l’uso del pianoforte, novità quasi assoluta nel mio repertorio solista, volutamente riservato in passato al suono del gruppo condiviso con STEFANO SANTONI e CARLO GNOCCHINI. Una strizzata d’occhio a certe atmosfere jazz rock (riguardo alle quali è tutto ciò che mi posso permettere) e tanto ritmo per ballare brani in stile irlandese e non solo, come sempre, unitamente a momenti di maggiore intensità emotiva.


TERRE IN VISTA (2011)

Scritto a due mani con Raffaello Simeoni, cantante e polistrumentista reatino,questo album allarga il fronte sonoro di Massimo grazie alla presenza di strumenti di carattere prettamente mediterraneo e soprattutto alla voce di Raffaello, che nel suo dialetto nativo (Rieti) canta in sette brani dei dieci presenti nell’album. Un caleidoscopio di immagini sonore riferite a luoghi, colori, anime diversissime tra loro, un autentico periplo dello spirito, sempre con lo sguardo rivolto verso la prossima terra in vista.

2009 – EPICA

La parola EPICA viene normalmente associata alla letteratura antica, greca o medievale, che narri le gesta di eroi coraggiosi e dame virtuose.

Questo disco non vuole essere la messa in musica di un’opera letteraria antica, che magari ha segnato il percorso studentesco di tutti noi e di tantissimi ragazzi ancora a venire. Piuttosto, è l’idea di fare una carrellata sulla tipologia dei personaggi che popolano questo tipo di racconti: fieri e orgogliosi, disposti perfino al sacrificio supremo ma al contempo anche esseri umani che, in quanto tali, sono immancabilmente fragili.

2007 – TRADITIONAL

Il recupero di vari brani tradizionali che erano apparsi nei cd allegati alla rivista CELTICA, rimixati e ripuliti per l’occasione.Meno tradizionale, forse,l’intento di partenza, e sicuramente il risultato finale…Da ricordare il brano JIG OF CRAN, suonato da due cornamuse: la mia e quella di ALAN ROBERTS, figlio di quel CHARLES ROBERTS che ha costruito il mio strumento e a cui devo molte delle mie fortune.

2005 – ANCESTRAL BREATH

Respiro ancestrale per cercare di recuperare, fin dove possibile, i ritmi e le profondità che furono propri delle civiltà passate e che l’era moderna ha quasi del tutto cancellato. Ritmi intesi non come musicali, bensì spirituali. Provate a fermarvi ad ascoltare il battito del vostro cuore o il vostro ritmo vitale e vedrete come sia ormai difficile stare un po’ con noi stessi, in ascolto. La musica può regalarci gli attimi che servono per riaccendere l’immaginazione, per riacquistare la capacità di entrare in profondità, a diretto contatto con la nostra anima.

2003 – INDOEUROPEAN

Questo mio secondo lavoro cerca di riportare le sonorità celtiche dal loro reale punto di partenza, più o meno il Pakistan…così si mescolano ritmi e sonorità irlandesi con quelli del Punjab per un lavoro decisamente originale.Da sentire BANGRA BALLAD al proposito, ma anche THE UNKNOWN o AROUND, quest’ultimo da sempre riproposto anche live. Segnalo inoltre che a dispetto di quanto (non) riportato sul libretto,  nel brano THE CELTICARAVAN TRAD SESSIONS suona l’unico ospite in tutta la mia discografia solista: il violino di VIERI BUGLI.

2001 – CELTICARAVAN

Nasce come colonna sonora per dei documentari sul mondo celtico, successivamente raccolti in un unico cd, che inaugura la mia carriera solista ed il sodalizio con 3ntini editore. Nel cd suono tutti gli strumenti nel disco e mi occupo anche della produzione artistica, avviando un trend che contraddistinguerà la mia produzione solista.

Discografia MCR – Modena City Ramblers


APPUNTI PARTIGIANI (2005)
Questo cd, sia per protagonisti che per temi trattati, ha il sapore della rimpatriata.Si rivelerà tale anche per altre persone, non solo per me:dopo questo cd il cantante Cisco Bellotti lascerà il gruppo per tentare l’avventura solista. A tutt’oggi la mia ultima collaborazione col gruppo emiliano.


2004 VIVA LA VIDA MUERA LA MUERTE (2004)
Piccola partecipazione con le uilleann pipes nel cd dei MCR prodotto da Max Casacci.In quel periodo il gruppo cercava sonorità diverse e il subsonico Casacci fece un gran bel lavoro in quel senso,conferendo un tocco  “internazionale” al gruppo.


RADIO REBELDE (2002)
Primo cd del gruppo emiliano ad essere prodotto da un produttore esterno (Enzo Rizzo a Napoli). E’ anche l’ultimo cd in cui ho suonato come membro stabile nel gruppo.Un cd piuttosto strano, a mio avviso un pò troppo figlio dell’infatuazione che il gruppo in quel momento aveva per Manu Chao…. da ricordare comunque il brano MAISHA.


FUORI CAMPO – 1999
Nonostante la mia fuoriuscita dal gruppo venni richiamato per alcune partecipazioni: uilleann pipes e bouzouki in un paio di pezzi come COI PIEDI PER TERRA e SOAD.

Forse un cd non indimenticabile,  di sicuro rimarchevole la title track con l’intervento di Luis Sepulveda.


RACCOLTI – 1998
Dal Sisten pub di Novellara (RE) un live acustico alla maniera unplugged che ripercorre la storia del gruppo fino a quel momento.Bella la formula del live registrato dentro un pub irlandese, fu molto divertente; inoltre all’epoca credo che fossimo stati tra i primi in Italia a fare una cosa del genere..


CENT’ANNI DI SOLITUDINE – 1998
Mini cd con alcuni brani live, tra cui la celebrata (e controversa) “Contessa”,registrata al Palatrussardi di Milano in un affollatissimo concerto durante la Festa Nazionale di Rifondazione Comunista.

TERRA E LIBERTA’ – 1997
Primo cd da me scritto con la band emiliana, cd che segnò una prima svolta del gruppo rivolta a temi più universali che specificatamente celtici o irlandesi. Per la prima volta si parla di Sudamerica come luogo dell’anima; per quanto mi riguarda lo diventerà molti anni dopo, ma per motivi che esulano dalla musica….

DISCOGRAFIA WHISKY TRAIL

BEGINNINGS (2010)
Il trentacinquesimo anniversario del gruppo viene celebrato con la ristampa di alcuni brani tradizionali che avevano visto la luce all’ esordio della band. Naturalmente sono stati aggiunti contributi miei e di Vieri Bugli, nel segno della continuità. Whisky Trail molto diversi da quelli attuali, quelli di questo disco, ma del resto 35 anni non possono passare senza lasciare traccia. Un documento interessante.


SAN FREDIANO – UN IRLANDESE A FIRENZE (2008)
A tutt’oggi il maggior sforzo produttivo dei Whisky Trail: un dvd live con fior di ospiti (Alberto Massi, Archea) ed un cd audio per far sapere che San Frediano,incarnante la Firenze più vera ed autentica, era nientemeno che irlandese. Chissà che non sia questa la vera ragione della presenza dei Whisky Trail proprio in quella città….


IRLANDA IN FESTA (2007)
Compilation uscita per celebrare i dieci anni della festa irlandese al Saschall di Firenze; alcuni brani miei da solista, altri reincisi per l’occasione.
Da quel momento quei brani miei sono entrati a far parte del repertorio stabile dei Whisky Trail.


CHAOSMOS (2006)
Il primo cd scritto col gruppo fiorentino;un vero e proprio caleidoscopio di nuova musica celtica, un tentativo di andare oltre gli schemi della musica popolare basato, nientemeno, che sulla teoria del caos. Un cd che non esito a definire un classico, visto l’esito del risultato finale che a me (e non solo a me, per fortuna) piace davvero tantissimo.