TERRE IN IN VISTA: il nuovo album
Mentre tutti o quasi i musicisti italiani aspettano di sapere quanto misera sarà la stagione estiva 2011, a causa soprattutto dei tagli imposti alle attività culturali, in assoluta controtendenza arriva il mio nuovo lavoro discografico. Scritto a quattro mani con RAFFAELLO SIMEONI, l’album si intitola TERRE IN VISTA ed è il risultato dell’incontro dei nostri due rispettivo mondi musicali di appartenenza.
Perchè TERRE IN VISTA?
Perchè ognuno di noi è sempre alla ricerca di nuovi orizzonti, nuove acque da esplorare, nuovi mondi da cui restare affascinati; musicalmente parlando, inoltre, l’incontro degli strumenti irlandesi miei con quelli di tutt’altra estrazione suonati da Raffaello rappresenta un vero e proprio caleidoscopio sonoro dove trovare (o ritrovare) angoli di tutti il mondo e di molte parti della terra. TERRE IN VISTA, quindi, anche per questo.
Potete richiedere TERRE IN VISTA tramite il sito www.ai-music.it.
Grazie a Marco Marchetti per le foto e agli amici di MUSICASTRADA, grande festival della provincia pisana, per i consigli.
PLANXTY– The well below the valley
Quando nel 1991 mi ritrovai in Irlanda, alla ricerca di qualcosa
che identificasse il suono irlandese tradizionale,
girai per diversi giorni entrando in numerosi pubs di Dublino dove potei sperimentare sessions del tipo singalong, ossia “cantate-tutti-insieme”, oppure a Galway altre sessions totalmente strumentali,e cercai ovviamente anche molti dischi, visto che il tempo per rimanere in Irlanda per imparare e conoscere la musica del posto era limitato.E fra i dischi che mi capitarono per le mani c’era pure questo, con una bellissima copertina riproducente the Book of Kells, meraviglioso codice miniato conservato presso il Trinity College di Dublino.
Metto su il cd e si parte con CUNLA, pipe solo di Liam O’Flynn. E quelle pipes con una ancia molto aperta, un gran bel suono chioccio,mi proiettarono istantaneamente in un tempo passato, in un mondo che per me non c’era più ma che all’epoca in Irlanda c’era ancora. Così come nel pezzo successivo,PADDY O’REILLY, la voce di Andy Irvine è una voce di un’altra era, di un mondo fatto di legno e paglia, di storie lette e/o cantate davanti al fuoco di un caminetto, magari dal nonno prima che i nipoti vadano a letto.Quando poi alla fine del disco, dopo momenti di storia pura come AS I ROVED OUT o BEAN PHAIDIN, mi trovai ad ascoltare un brano come TIME WILL CURE ME, che a distanza di 35 anni considero ancora oggi un brano di contemporary folk, capii che quel qualcosa che non conoscevo e che stavo cercando l’avevo trovato….Da lì in poi approfondii la storia di quel gruppo e di tutti quei grandi musicisti che lo componevano
Quando nel 1991 mi ritrovai in Irlanda, alla ricerca di qualcosa
che identificasse il suono irlandese tradizionale,
girai per diversi giorni entrando in numerosi pubs di Dublino dove potei sperimentare sessions del tipo singalong, ossia “cantate-tutti-insieme”, oppure a Galway altre sessions totalmente strumentali,e cercai ovviamente anche molti dischi, visto che il tempo per rimanere in Irlanda per imparare e conoscere la musica del posto era limitato.E fra i dischi che mi capitarono per le mani c’era pure questo, con una bellissima copertina riproducente the Book of Kells, meraviglioso codice miniato conservato presso il Trinity College di Dublino.
Metto su il cd e si parte con CUNLA, pipe solo di Liam O’Flynn. E quelle pipes con una ancia molto aperta, un gran bel suono chioccio,mi proiettarono istantaneamente in un tempo passato, in un mondo che per me non c’era più ma che all’epoca in Irlanda c’era ancora. Così come nel pezzo successivo,PADDY O’REILLY, la voce di Andy Irvine è una voce di un’altra era, di un mondo fatto di legno e paglia, di storie lette e/o cantate davanti al fuoco di un caminetto, magari dal nonno prima che i nipoti vadano a letto.Quando poi alla fine del disco, dopo momenti di storia pura come AS I ROVED OUT o BEAN PHAIDIN, mi trovai ad ascoltare un brano come TIME WILL CURE ME, che a distanza di 35 anni considero ancora oggi un brano di contemporary folk, capii che quel qualcosa che non conoscevo e che stavo cercando l’avevo trovato….Da lì in poi approfondii la storia di quel gruppo e di tutti quei grandi musicisti che lo componevano
THE BOTHY BAND
Il negozio di dischi di Galway per antonomasia è oggi, come nel 1991, Mulligan’s.
All’epoca le mie mani frugavano ansiose di trovare qualche informazione in più per poter capire e suonare la musica irlandese; proprio mentre ero lì parte un brano dai diffusori che mi catturò come un incantatore di serpenti ammaestra le proprie creature. Si trattava di THE BUTTERFLY, che poi avrei scoperto essere uno dei più famosi brani dell’intera produzione del’isola.Quel brano mi introdusse ad un gruppo che avrebbe segnato in maniera irrimediabile il mio futuro:ladies and gentleman, please welcome THE BOTHY BAND, coacervo di talenti clamorosi: i fratelli MICHAEL e TRIONA O’DOMHNAIL, MATT MOLLOY (futuro riferimento di flautisti per generazioni), DONAL LUNNY (che sarebbe poi diventato forse il più grande produttore dimusica celtica e grande suonatore di bouzouki), KEVIN BURKE (caposcuola di stile violinistico) e soprattutto PADDY KEENAN, da molti definito il Jimi Hendrix delle uilleann pipes, erede diretto del gypsy Johnny Doran e uno dei due pipers che mi ha influenzato di più (l’altro è presente in un altro articolo…)Un ensemble assolutamente di primissimo livello per un sound assolutamente irripetibile per potenza, precisione e coinvolgimento. Non perdete nessuno dei loro lavori, hanno inciso quattro album: THE BOTHY BAND, OUT OF THE WIND INTO THE SUN, OLD HAG YOU’VE KILLED ME, AFTER HOURS (live in Paris).
Il negozio di dischi di Galway per antonomasia è oggi, come nel 1991, Mulligan’s.
All’epoca le mie mani frugavano ansiose di trovare qualche informazione in più per poter capire e suonare la musica irlandese; proprio mentre ero lì parte un brano dai diffusori che mi catturò come un incantatore di serpenti ammaestra le proprie creature. Si trattava di THE BUTTERFLY, che poi avrei scoperto essere uno dei più famosi brani dell’intera produzione del’isola.Quel brano mi introdusse ad un gruppo che avrebbe segnato in maniera irrimediabile il mio futuro:ladies and gentleman, please welcome THE BOTHY BAND, coacervo di talenti clamorosi: i fratelli MICHAEL e TRIONA O’DOMHNAIL, MATT MOLLOY (futuro riferimento di flautisti per generazioni), DONAL LUNNY (che sarebbe poi diventato forse il più grande produttore dimusica celtica e grande suonatore di bouzouki), KEVIN BURKE (caposcuola di stile violinistico) e soprattutto PADDY KEENAN, da molti definito il Jimi Hendrix delle uilleann pipes, erede diretto del gypsy Johnny Doran e uno dei due pipers che mi ha influenzato di più (l’altro è presente in un altro articolo…)Un ensemble assolutamente di primissimo livello per un sound assolutamente irripetibile per potenza, precisione e coinvolgimento. Non perdete nessuno dei loro lavori, hanno inciso quattro album: THE BOTHY BAND, OUT OF THE WIND INTO THE SUN, OLD HAG YOU’VE KILLED ME, AFTER HOURS (live in Paris).
DAVY SPILLANE
Il 1 agosto 1991 tornavo dall’Irlanda con il mio set di uilleann pipes e la consapevolezza di avere davanti a me un lavoro improbo da compiere per imparare quello strumento diabolico; avevo raccolto anche una discreta quantità di dischi e cd sui quali contavo moltissimo per capire qualcosa in più su come si suonassero le uilleann pipes. Tra questi dischi ce n’era uno che raffigurava un suonatore di pipes in copertina: lui era Davy Spillane ed il disco era Shadow Hunter. Il primo ostacolo fu capire che Spillane è mancino, e che quindi tutto lo strumento andava indossato specularmente rispetto alla foto…Oltre a questo da quel disco imparai anche un’altra cosa, importantissima: esisteva un modo alternativo per suonare le pipes rispetto a quello tradizionale, e la mia formazione rock non poteva che gioire per questo. Le uilleann pipes sono lo strumento più versatile in assoluto della famiglia delle cornamuse, così grazie a cotanto esempio ho imparato a suonare le uilleann nel modo più libero e creativo possibile, usandole ora come una chitarra elettrica, ora come una voce. Successivamente approcciai anche la musica davvero tradizionale, ma ormai la traccia era stata segnata. Chi non conoscesse la musica di Davy Spillane vada a sentire il brano Midnight Walker, dall’album Pipedreams.
Chiudete gli occhi. Pensa a tutto lui….