Archivio annuale 28/04/2011

RUSH – Moving Pictures

 

Per chi non lo sapesse, molto prima di suonare le uilleann pipes ero dedito a suonare il basso,con un paio di gruppi più che altro dediti a cover di vario genere. Non avevo  una figura di riferimento tra i bassisti nella musica che ascoltavo: il più originale ed interessante era senz’altro Chris Squire degli Yes, che però usava il plettro ed a me quesa cosa non piaceva. Poi il mio grande amico Andrea Nocentini, fine conoscitore di musica e grande batterista, mi fece sentire questo disco suonato da un trio canadese nelle cui fila militava Geddy Lee al basso. Fu una autentica folgorazione: stilisticamente non avevo mai sentito niente di così creativo e poderosamente ritmico al tempo stesso. Mi sembrò soprattutto un modo molto divertente di suonare il basso, un modo che ti consentiva anche di divertirsi e di concedersi qualche eccesso rispetto alla semplice linea ritmica. Aggiungete al gruppo un chitarrista come Alex Lifeson ed un batterista come Neil Peart e la partita è definitivamente chiusa: capolavori come Tom Sawyer, YYZ o Limelight non si scrivono tutti i giorni. Testimonianza della eccezionale qualità del combo canadese è la loro longevità: sono ancora in pista dopo 37 anni con una qualità ed un professionismo ineguagliati.moving pictures

Per chi non lo sapesse, molto prima di suonare le uilleann pipes ero dedito a suonare il basso,con un paio di gruppi più che altro dediti a cover di vario genere. Non avevo  una figura di riferimento tra i bassisti nella musica che ascoltavo: il più originale ed interessante era senz’altro Chris Squire degli Yes, che però usava il plettro ed a me quesa cosa non piaceva. Poi il mio grande amico Andrea Nocentini, fine conoscitore di musica e grande batterista, mi fece sentire questo disco suonato da un trio canadese nelle cui fila militava Geddy Lee al basso. Fu una autentica folgorazione: stilisticamente non avevo mai sentito niente di così creativo e poderosamente ritmico al tempo stesso. Mi sembrò soprattutto un modo molto divertente di suonare il basso, un modo che ti consentiva anche di divertirsi e di concedersi qualche eccesso rispetto alla semplice linea ritmica. Aggiungete al gruppo un chitarrista come Alex Lifeson ed un batterista come Neil Peart e la partita è definitivamente chiusa: capolavori come Tom Sawyer, YYZ o Limelight non si scrivono tutti i giorni. Testimonianza della eccezionale qualità del combo canadese è la loro longevità: sono ancora in pista dopo 37 anni con una qualità ed un professionismo ineguagliati.

JETHRO TULL – Aqualung

Ho letto una intervista a Ian Anderson in cui il musicista raccontava come al momento della incisione di Aqualung il gruppo andò a registrare in uno studio nuovo di zecca, con tutte le tecnologie più avanzate a disposizione per l’epoca. Bene, nessuno era in grado di far funzionare lo studio in maniera appropriata e pertanto la realizzazione di questo album si rivelò difficilissima, tutta a base di sovraincisioni fatte con ascolti molto approssimativi.Chissà che questo non sia davvero il segreto di questo capolavoro che sì, contiene alcuni brani memorabili come LOCOMOTIVE BREATH o WOND’RING ALOUD o la stessa AQUALUNG, ma che secondo me ha la sua forza primaria nel suono.E’ come se tutto il suono dell’album fosse velato da una patina impalpabile ma determinante, quella patina che solo il tempo nel corso degli anni riesce a produrre e che inevitabilmente impreziosisce, conferendo quel che di classico e irripetibile.

Molto significativo poi l’atteggiamento provocatorio riguardo ai testi, polemici nei confronti della religione e della chiesa, specchio fedelissimo del carattere istrionico e  provocatore del leader, soprattutto se contestualizzato nel momento storico e culturale in cui il disco è stato composto.
Va ricordato inoltre che, dopo un periodo iniziale dove la band aveva esplorato le radici del blues, con questo lavoro Ian Anderson e soci entrano a pieno titolo nell’universo folk rock con brani come MOTHER GOOSE o la già citata WOND’RING ALOUD, inaugurando una serie di ballate acustiche suonate con il capotasto in terza posizione (da qui in avanti marchio di fabbrica inconfondibile dei JT insieme alla splendida voce di Anderson).Soprattutto quest’ultimo elemento, insieme con il modo di usare il plettro della Martin,  è stata una delle influenze riconoscibili nel mio universo musicale; sentire per credere alcune mie parti chitarristiche o anche sul buzuki.aqualung
Ho letto una intervista a Ian Anderson in cui il musicista raccontava come al momento della incisione di Aqualung il gruppo andò a registrare in uno studio nuovo di zecca, con tutte le tecnologie più avanzate a disposizione per l’epoca. Bene, nessuno era in grado di far funzionare lo studio in maniera appropriata e pertanto la realizzazione di questo album si rivelò difficilissima, tutta a base di sovraincisioni fatte con ascolti molto approssimativi.Chissà che questo non sia davvero il segreto di questo capolavoro che sì, contiene alcuni brani memorabili come LOCOMOTIVE BREATH o WOND’RING ALOUD o la stessa AQUALUNG, ma che secondo me ha la sua forza primaria nel suono.E’ come se tutto il suono dell’album fosse velato da una patina impalpabile ma determinante, quella patina che solo il tempo nel corso degli anni riesce a produrre e che inevitabilmente impreziosisce, conferendo quel che di classico e irripetibile.

Molto significativo poi l’atteggiamento provocatorio riguardo ai testi, polemici nei confronti della religione e della chiesa, specchio fedelissimo del carattere istrionico e  provocatore del leader, soprattutto se contestualizzato nel momento storico e culturale in cui il disco è stato composto.
Va ricordato inoltre che, dopo un periodo iniziale dove la band aveva esplorato le radici del blues, con questo lavoro Ian Anderson e soci entrano a pieno titolo nell’universo folk rock con brani come MOTHER GOOSE o la già citata WOND’RING ALOUD, inaugurando una serie di ballate acustiche suonate con il capotasto in terza posizione (da qui in avanti marchio di fabbrica inconfondibile dei JT insieme alla splendida voce di Anderson).Soprattutto quest’ultimo elemento, insieme con il modo di usare il plettro della Martin,  è stata una delle influenze riconoscibili nel mio universo musicale; sentire per credere alcune mie parti chitarristiche o anche sul buzuki.

THE IRISH BOUZOUKI

Verso la fine degli anni sessanta, in Irlanda, due giovanotti di nome Andy Irvine e Donal Lunny, di lì a breve destinati a rivoluzionare per sempre la musica tradizionale del loro paese attraverso un gruppo chiamato PLANXTY, pensarono di allargare il tiro introducendo lo strumento greco per eccellenza nelle sessions al pub. Furono necessarie alcune modifiche: la tonalità, certo, ma anche la forma, visto che il fondo bombato dello strumento greco mal si adattava ad essere suonato da seduto…

La grande particolarità del bouzouki irlandese è la sua capacità di sostenere al tempo stesso melodia e ritmica, vuoi per l’accordatura aperta (sol-re-la-re) vuoi per l’attacco deciso ed incisivo delle note singole.   Possiedo uno strumento di CORDOVA GUITARS, l’ azienda di Carlos MICHELUTTI, liutaio argentino itinerante tra Gubbio e Cremona; fu il primo bouzouki che costruì ed è uno strumento di eccezionale stabilità; tavola di acero ed abete, tastiera in ebano. Rispetto al bouzouki greco, ma anche a quello irlandese in genere, produce un suono molto più ricco e tondo, forse più adatto a contesti musicali meno affollati ma davvero molto piacevole all’orecchio.buzuki
Verso la fine degli anni sessanta, in Irlanda, due giovanotti di nome Andy Irvine e Donal Lunny, di lì a breve destinati a rivoluzionare per sempre la musica tradizionale del loro paese attraverso un gruppo chiamato PLANXTY, pensarono di allargare il tiro introducendo lo strumento greco per eccellenza nelle sessions al pub. Furono necessarie alcune modifiche: la tonalità, certo, ma anche la forma, visto che il fondo bombato dello strumento greco mal si adattava ad essere suonato da seduto…

La grande particolarità del bouzouki irlandese è la sua capacità di sostenere al tempo stesso melodia e ritmica, vuoi per l’accordatura aperta (sol-re-la-re) vuoi per l’attacco deciso ed incisivo delle note singole.   Possiedo uno strumento di CORDOVA GUITARS, l’ azienda di Carlos MICHELUTTI, liutaio argentino itinerante tra Gubbio e Cremona; fu il primo bouzouki che costruì ed è uno strumento di eccezionale stabilità; tavola di acero ed abete, tastiera in ebano. Rispetto al bouzouki greco, ma anche a quello irlandese in genere, produce un suono molto più ricco e tondo, forse più adatto a contesti musicali meno affollati ma davvero molto piacevole all’orecchio.

COSI’ DICONO…

 

 

 

AREZZO NOTIZIE 19 4 2013

 

 

 

ARTICOLO LA NAZIONE 19 APRILE 2013

La Nazione 19 4 2013

 

ARTICOLO CORRIERE DELLA SERA

BERGAMO 23 agosto 2012

articolo corriere bergamo

INTERVISTA DOPPIA MASSIMO GIUNTINI/RAFFAELLO SIMEONI di EMILIO SACCO

intervista doppia Massimo e Raffaello

 

RECENSIONE CONCERTO PIFFERI, MUSE  E ZAMPOGNE

pifferi, muse e zampogne

INTERVISTA DI ENRICO DEZOTTIS PER FLIPMAGAZINE

Massimo Giuntini_ da Arezzo all’Irlanda _ Flipmagazine

RESTO DEL CARLINO AREZZO 27 OTTOBRE 2011 – terre in vista

resto del carlino 27 10 2011

 

RECENSIONE DEL  CONCERTO A POPPI DEL 1 AGOSTO 2010 – SOCIETA’ DEL CHIASSOBUJO

pisanotizie dell’agosto 2010

RECENSIONE BAGCOFFEE DEL CONCERTO A TARVISIUM CELTICA 2008

Recensione Bagcoffee

AREZZONOTIZIE SUL CONCERTO SOC.CHIASSOBUJO A POPPI 2010

ArezzoNotizie su Jacopo Bordoni

BIOGRAFIA DUCTIA ONDAROCK

Biografia Ductia Ondarocksaluti finali

 

 

 

 

 

PANORAMICA MASSIMO GIUNTINI SANDS ZINE

Sands-zine – no-zine ded.

AREZZO NOTIZIE 19 4 2013

ARTICOLO LA NAZIONE 19 APRILE 2013

La Nazione 19 4 2013

ARTICOLO CORRIERE DELLA SERA

BERGAMO 23 agosto 2012

articolo corriere bergamo

INTERVISTA DOPPIA MASSIMO GIUNTINI/RAFFAELLO SIMEONI di EMILIO SACCO

intervista doppia Massimo e Raffaello

RECENSIONE CONCERTO PIFFERI, MUSE  E ZAMPOGNE

pifferi, muse e zampogne

INTERVISTA DI ENRICO DEZOTTIS PER FLIPMAGAZINE

2013-10-21_07_14_38
Massimo Giuntini_ da Arezzo all’Irlanda _ Flipmagazine

RESTO DEL CARLINO AREZZO 27 OTTOBRE 2011 – terre in vista

resto del carlino 27 10 2011

RECENSIONE DEL  CONCERTO A POPPI DEL 1 AGOSTO 2010 – SOCIETA’ DEL CHIASSOBUJO

pisanotizie dell’agosto 2010

RECENSIONE BAGCOFFEE DEL CONCERTO A TARVISIUM CELTICA 2008

Recensione Bagcoffee

AREZZONOTIZIE SUL CONCERTO SOC.CHIASSOBUJO A POPPI 2010

ArezzoNotizie su Jacopo Bordoni

BIOGRAFIA DUCTIA ONDAROCK

Biografia Ductia Ondarock

RECENSIONI

 

 

 

 

 

RECENSIONE WHISKY TRAIL BLOOGFOLK 2013

http://www.blogfoolk.com/2013/06/whisky-trail-celtic-fragments-materiali.html

 

RECENSIONI PROMISES

recensione bloogfolk promises

Recensione Celticworld

 

 

RECENSIONI TERRE IN VISTA

terre in vista folk bulletin

 

Recensione blogfoolk Terre in vista

Quando la musica è voglia di vivere_ Massimo Giuntini & Raffaello Simeoni – Terre in vista (2011)

 

 

RECENSIONI CD JACOPO BORDONI 

Recensione Jacopo Bordoni Casentinopiù

Recensione Jacopo Bordoni FolkBulletin

Recensione Jacopo Bordoni Blogfoolk

La Brigata Lolli

RECENSIONI  ANCESTRAL BREATH
Recensione Ancestral Breath Mescalina

Recensione Ancestral Breath FolkBulletin

RECENSIONI EPICA

Recensione Epica Celticworld

RECENSIONI DUCTIA

Recensione Tuscàntica Mescalina

Biografia Ductia Ondarock

RECENSIONI A VISION

recensione a vision rino garroTecentosessanta cover

RECENSIONI TRECENTOSESSANTA

 

Recensione Blogfoolk

 

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RECENSIONE WHISKY TRAIL BLOOGFOLK 2013

http://www.blogfoolk.com/2013/06/whisky-trail-celtic-fragments-materiali.html

RECENSIONI PROMISES

recensione bloogfolk promises

Recensione Celticworld

RECENSIONI TERRE IN VISTA

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Recensione blogfoolk Terre in vista

Quando la musica è voglia di vivere_ Massimo Giuntini & Raffaello Simeoni – Terre in vista (2011)

RECENSIONI CD JACOPO BORDONI 

Recensione Jacopo Bordoni Casentinopiù

Recensione Jacopo Bordoni FolkBulletin

Recensione Jacopo Bordoni Blogfoolk

La Brigata Lolli

RECENSIONI  ANCESTRAL BREATH
Recensione Ancestral Breath Mescalina

Recensione Ancestral Breath FolkBulletin

RECENSIONI EPICA

Recensione Epica Celticworld

RECENSIONI DUCTIA

Recensione Tuscàntica Mescalina

Biografia Ductia Ondarock

RECENSIONI A VISION

recensione a vision rino garro

LE UILLEANN PIPES

La regina, a parer mio, degli strumenti appartenenti alla famiglia delle cornamuse. Sette ance, un chanter per la melodia, tre bordoni di re, tre regulators con possibilità di armonizzare la melodia che stai suonando attraverso la pressione di chiavi col polso destro…Detto così sembra molto difficile, invece è anche peggio!
Il mio set di uilleann pipes è stato costruito in diverse fasi: nel 1991 presi un pratice set da CHARLES ROBERTS all’epoca costruttore e sempre all’epoca residente a Glencar, Sligo, Eire. Tre anni dopo tornai da lui per aggiungere i regulators. Adesso CHARLES ROBERTS non lavora più in questo settore e non abita neanche più in Irlanda; in compenso il figlio Alan continua a suonare gli strumenti di suo padre.olanda1.jpg

La regina, a parer mio, degli strumenti appartenenti alla famiglia delle cornamuse. Sette ance, un chanter per la melodia, tre bordoni di re, tre regulators con possibilità di armonizzare la melodia che stai suonando attraverso la pressione di chiavi col polso destro…Detto così sembra molto difficile, invece è anche peggio!
Il mio set di uilleann pipes è stato costruito in diverse fasi: nel 1991 presi un pratice set da CHARLES ROBERTS all’epoca costruttore e sempre all’epoca residente a Glencar, Sligo, Eire. Tre anni dopo tornai da lui per aggiungere i regulators. Adesso CHARLES ROBERTS non lavora più in questo settore e non abita neanche più in Irlanda; in compenso il figlio Alan continua a suonare gli strumenti di suo padre.

SOCIETA’ DEL CHIASSOBUJO – Jacopo Bordoni muratore poeta ribelle (2010)

SOCIETA’ DEL CHIASSOBUJO – JACOPO BORDONI MURATORE POETA RIBELLE (2010)
Stavo ristrutturando la mia nuova casa, e l’amico imbianchino Giorgio Gelati mi fece: anche il mi’ cognato suona ma unnèccapace, massì….poi entrò nel dettaglio e mi disse che il suo cognato, al secolo Piero Lanini,aveva messo in musica delle poesie scritte da un personaggio molto particolare vissuto a cavallo tra 1800 e 1900 a Poppi: si trattava di un muratore, munito solo della terza elementare ma che in virtù della passione per la poesia scriveva componimenti alla Carducci,  dominati dai temi anarchici che tanto gli stavano a cuore.
Vi lascio immaginare se un personaggio come questo poteva solleticare la mia immaginazione: chiesi di incontrare Piero e sentire i suoi lavori, se per lui andava bene. Piero accettò, venne a casa mia, e io scoprii una voce calda, bassa e coinvolgente che cantava storie di un mondo che non c’è più…le poesie erano arrangiata solo per chitarra e voce, ma apparve subito chiaro che un arrangiamento più articolato avrebbe reso il tutto decisamente fruibile per tanta gente.
Dunque: pronti, via. Spulciando qua e là mi accorsi che quell’anno (2010) sarebbe stato il 150° anniversario della nascita di Jacopo Bordoni;quale migliore occasione per celebrare un personaggio così interessante ed al tempo stesso dimenticato dai casentinesi…
Servivano musicisti, possibilmente locali per due motivi: la comodità per fare delle prove e la suggestione di celebrare un casentinese con gente casentinese. Così, in sequenza, arrivarono Sole Feltrinelli alla fisarmonica, Leonardo Bondi al basso, il solito Vieri Bugli al violino (ah, che farei senza di lui…),Simon Chiappelli al trombone. Successivamente fu messo in piedi uno spettacolo con tanto di poeta recitante (Rolando Milleri) ed al gruppo si unirono Gianni Giannini al trombone e l’amico Fabio Roveri alla chitarra.
Il risultato? un successo inaspettato a Poppi, una etichetta discografica
che si prende la briga di distribuire e stampare il cd, un gruppo che ha già suonato anche fuori zona, recensioni molto positive…troppo bene!
Inoltre, sapete cosa? Finalmente io personalmente non sono stato solo il suonatore di uilleann alla irlandese, ma ho trattato temi di casa mia, col linguaggio di casa mia, con i miei strumenti e devo dire che sembra tutto ben riuscito! Davvero una grande soddisfazione.2013-10-21_06_53_09
SOCIETA’ DEL CHIASSOBUJO – JACOPO BORDONI MURATORE POETA RIBELLE (2010)
Stavo ristrutturando la mia nuova casa, e l’amico imbianchino Giorgio Gelati mi fece: anche il mi’ cognato suona ma unnèccapace, massì….poi entrò nel dettaglio e mi disse che il suo cognato, al secolo Piero Lanini,aveva messo in musica delle poesie scritte da un personaggio molto particolare vissuto a cavallo tra 1800 e 1900 a Poppi: si trattava di un muratore, munito solo della terza elementare ma che in virtù della passione per la poesia scriveva componimenti alla Carducci,  dominati dai temi anarchici che tanto gli stavano a cuore.
Vi lascio immaginare se un personaggio come questo poteva solleticare la mia immaginazione: chiesi di incontrare Piero e sentire i suoi lavori, se per lui andava bene. Piero accettò, venne a casa mia, e io scoprii una voce calda, bassa e coinvolgente che cantava storie di un mondo che non c’è più…le poesie erano arrangiata solo per chitarra e voce, ma apparve subito chiaro che un arrangiamento più articolato avrebbe reso il tutto decisamente fruibile per tanta gente.
Dunque: pronti, via. Spulciando qua e là mi accorsi che quell’anno (2010) sarebbe stato il 150° anniversario della nascita di Jacopo Bordoni;quale migliore occasione per celebrare un personaggio così interessante ed al tempo stesso dimenticato dai casentinesi…
Servivano musicisti, possibilmente locali per due motivi: la comodità per fare delle prove e la suggestione di celebrare un casentinese con gente casentinese. Così, in sequenza, arrivarono Sole Feltrinelli alla fisarmonica, Leonardo Bondi al basso, il solito Vieri Bugli al violino (ah, che farei senza di lui…),Simon Chiappelli al trombone. Successivamente fu messo in piedi uno spettacolo con tanto di poeta recitante (Rolando Milleri) ed al gruppo si unirono Gianni Giannini al trombone e l’amico Fabio Roveri alla chitarra.
Il risultato? un successo inaspettato a Poppi, una etichetta discografica
che si prende la briga di distribuire e stampare il cd, un gruppo che ha già suonato anche fuori zona, recensioni molto positive…troppo bene!
Inoltre, sapete cosa? Finalmente io personalmente non sono stato solo il suonatore di uilleann alla irlandese, ma ho trattato temi di casa mia, col linguaggio di casa mia, con i miei strumenti e devo dire che sembra tutto ben riuscito! Davvero una grande soddisfazione.

KABILA – Oltre noi (2010)

KABILA – OLTRE NOI (2010)

L’anno 2010 vede i Kabila praticamente risorgere dalle proprie ceneri come una Fenice, accidentalmente araba…Succede a fine gennaio 2009 che il gruppo pianga la scomparsa prematura del batterista Marco Patrussi e che questa cosa blocchi inevitabilmente l’attività per un pò di mesi.
Successivamente i ragazzi stringono i denti, reclutano il batterista Nano Checcacci e ricominciano a scrivere. E dopo che sei dovuto passare da roba di quel genere, sei più forte, inevitabilmente.
Ne esce un disco molto più realistico, forte, determinato del precedente.
Anche se nel frattempo il suonatore siriano di oud Mouiauia se ne era andato, era anche arrivato il bassista Giacomo Chiarini ed il suono si era decisamente irrobustito. In più la sofferenza ti fortifica, e l’intensità di certi brani non è stata ottenuta per caso. D’obbligo citare TAMBURI DAL CIELO, dedicata a Marco (realizzarla è stato sconvolgente anche per me), ma anche brani come GRATTACIELI o DOVE C’E’ UNA STRADA(con RAFFAELLO SIMEONI) o ancora MANI NEL FANGO. Insomma, tutti insieme appassionatamente, nella memoria di Marco e in un disco più world che afro, se vogliamo restare nell’ambito delle classificazioni,  ma proprio per questo dotato di un respiro decisamente universale.

LA TRESCA – Lasciare libero il passo (2009)

Dopo tre cd in studio LA TRESCA decise di chiudere in un certo senso un percorso attraverso la realizzazione di un cd live corredato da un dvd di un concerto tenutosi nel loro ambiente prediletto: il teatro.Forse è stata proprio questa sopraggiunta predilezione per le quattro mura con dei palchi intorno a spingere gli amici bolsenesi verso questa tipologia di realizzazione;fatto sta che il cd è stato prodotto da coloro che hanno registrato il live a parte un brano, inedito, che fu registrato da me.
Si trattava della cover di un brano di un cantautore argentino,LEON GIECO; un brano famosissimo ovunque (meno che in Italia, ovvio) dal titolo SOLO LE PIDO A DIOS.
Ritenni la scelta perfetta e il risultato è come dovrebbe essere una cover: molto fedele ma è anche molto ma molto chiaro chi halasciare libero il passo

Dopo tre cd in studio LA TRESCA decise di chiudere in un certo senso un percorso attraverso la realizzazione di un cd live corredato da un dvd di un concerto tenutosi nel loro ambiente prediletto: il teatro.Forse è stata proprio questa sopraggiunta predilezione per le quattro mura con dei palchi intorno a spingere gli amici bolsenesi verso questa tipologia di realizzazione;fatto sta che il cd è stato prodotto da coloro che hanno registrato il live a parte un brano, inedito, che fu registrato da me.
Si trattava della cover di un brano di un cantautore argentino,LEON GIECO; un brano famosissimo ovunque (meno che in Italia, ovvio) dal titolo SOLO LE PIDO A DIOS.
Ritenni la scelta perfetta e il risultato è come dovrebbe essere una cover: molto fedele ma anche dotata di una rilettura che solo gli interpreti del momento possono e sanno dare.

KABILA – La città degli alberi (2008)

Con LA CITTA’ DEGLI ALBERI ho affrontato un ulteriore versante musicale,del tutto inedito per me, ossia la musica del medio oriente.Questo gruppo,che fa base ad Arezzo, annoverava tra le proprie fila un suonatore di oud siriano eccezionale ed un cantante libanese come ce ne sono pochi.Se a questo aggiungete un compositore con vaste influenze pop come Mirko Speranzi capirete come potesse risultare intrigante questa miscellanea.
Il cd è un concept album che narra di un ragazzo in viaggio per tutta l’Africa; per questo la musica risulta essere un vero e proprio caleidoscopio di influenze africane tra le più disparate.
Un ottimo cd di esordio, dove vanno menzionati in particolare brani come CONCERTO D’AFRICA,CANTO DI SIRENA, UN FUTURO CHE NASCE A SUD, LA FORBICE DEL NILO o IL MARE DI METALLO. Ospite Francesco Moneti dei MCR.