Archivio annuale 26/11/2012

TABERNA VINARIA – Il Ponte Del Diavolo (2012)

Esce finalmente una nuova produzione targata AI MUSIC come al solito prodotta dal sottoscritto: si tratta del gruppo TABERNA VINARIA, gruppo composto da alcuni elementi noti per fare anche parte del gruppo LA TRESCA, ossia quei ragazzi di Bolsena che ormai dall’anno 2000 mettono insieme continuamente successo e pubblico in giro per l’Italia e non.

I TABERNA VINARIA hanno una identità ben precisa, costituita da richiami al mondo medioevale che tanto caratterizza il Centro Italia, dal paesaggio alle tradizioni, inseriti in un contesto musicale moderno ed antico al tempo stesso, dove la cornamusa si fonde con robuste chitarre elettriche che conferiscono nuova vita a dei brani di scuola medioevale vera e propria: sentire per credere anche le armonie vocali del brano VERBUM o le liriche di DRUDO, scritte nientedimeno che da FEDERICO II di SVEVIA in un periodo ed in un contesto dove la poesia si affacciava prepotente nel mondo italico, con tutte le sue influenze provenzali e non. Musicalmente un disco fresco ed antico al tempo stesso, un pò come la nostra storia, capace di rappresentare il nostro paese senza menzionare la pizzica, cosa diventata ormai molto difficile.

I TABERNA sono composti da: STEFANO BELARDI (voce, buzuki), ALBERTO CAVASTRACCI (chitarra elettrica ed acustica), SIMONE POSSIERI (batteria), PAOLO PAPINI (gaita e flauti), PAOLO LUPATTELLI (basso). Ulteriori riferimenti li potete trovare su www.myspace.com/tabernavinariaCopertina cd

Esce finalmente una nuova produzione targata AI MUSIC come al solito prodotta dal sottoscritto: si tratta del gruppo TABERNA VINARIA, gruppo composto da alcuni elementi noti per fare anche parte del gruppo LA TRESCA, ossia quei ragazzi di Bolsena che ormai dall’anno 2000 mettono insieme continuamente successo e pubblico in giro per l’Italia e non.

I TABERNA VINARIA hanno una identità ben precisa, costituita da richiami al mondo medioevale che tanto caratterizza il Centro Italia, dal paesaggio alle tradizioni, inseriti in un contesto musicale moderno ed antico al tempo stesso, dove la cornamusa si fonde con robuste chitarre elettriche che conferiscono nuova vita a dei brani di scuola medioevale vera e propria: sentire per credere anche le armonie vocali del brano VERBUM o le liriche di DRUDO, scritte nientedimeno che da FEDERICO II di SVEVIA in un periodo ed in un contesto dove la poesia si affacciava prepotente nel mondo italico, con tutte le sue influenze provenzali e non. Musicalmente un disco fresco ed antico al tempo stesso, un pò come la nostra storia, capace di rappresentare il nostro paese senza menzionare la pizzica, cosa diventata ormai molto difficile.

spartito medievale

I TABERNA sono composti da: STEFANO BELARDI (voce, buzuki), ALBERTO CAVASTRACCI (chitarra elettrica ed acustica), SIMONE POSSIERI (batteria), PAOLO PAPINI (gaita e flauti), PAOLO LUPATTELLI (basso). Ulteriori riferimenti li potete trovare su www.tabernavinaria.it

Video – THE SUGARSPEAR CHRONICLE – spot di Stefano Magnanensi -THE FIGHTING WARRIORVideo – THE SUGARSPEAR CHRONICLE – spot di Stefano Magnanensi -THE FIGHTING WARRIOR

THE SUGARSPEAR CHRONICLE – spot di Stefano Magnanensi -THE FIGHTING WARRIOR

http://youtu.be/PXgtK_g_nF8THE SUGARSPEAR CHRONICLE – spot di Stefano Magnanensi -THE FIGHTING WARRIOR

http://youtu.be/PXgtK_g_nF8

Video – PAGAZZANO(BG) 13 luglio 2012 con Luca BusattiVideo – PAGAZZANO(BG) 13 luglio 2012 con Luca Busatti

PAGAZZANO 13 luglio 2012 con Luca Busatti

http://www.youtube.com/watch?v=_bHiwlFpQJAPAGAZZANO 13 luglio 2012 con Luca Busatti

http://www.youtube.com/watch?v=_bHiwlFpQJA

Video – ANCESTRAL BREATH e il CASTELLO di POPPIVideo – ANCESTRAL BREATH e il CASTELLO di POPPI

ANCESTRAL BREATH e il CASTELLO di POPPI

http://www.youtube.com/watch?v=DN64PfDpy3wANCESTRAL BREATH e il CASTELLO di POPPI

http://www.youtube.com/watch?v=DN64PfDpy3w

Video – M.GIUNTINI E R. SIMEONI live a PUNTORADIO- Cascina (PI)Video – M.GIUNTINI E R. SIMEONI live a PUNTORADIO- Cascina (PI)

MASSIMO GIUNTINI E RAFFAELLO SIMEONI live a PUNTORADIO- Cascina (PI) parte 1

http://www.youtube.com/watch?v=oq041iG_27UMASSIMO GIUNTINI E RAFFAELLO SIMEONI live a PUNTORADIO- Cascina (PI) – parte 1

http://www.youtube.com/watch?v=oq041iG_27U

Video – SCHEVENINGEN (Olanda) DRAMTUNE FESTIVAL 2011Video – SCHEVENINGEN (Olanda) DRAMTUNE FESTIVAL 2011

SCHEVENINGEN (Olanda) DRAMTUNE FESTIVAL 2011

http://www.youtube.com/watch?v=Ht3gPdfn1wESCHEVENINGEN (Olanda) DRAMTUNE FESTIVAL 2011

http://www.youtube.com/watch?v=Ht3gPdfn1wE

IL VOLO e la COLONNA SONORA

Fin dai primi tentativi di scrittura, praticati ormai una ventina d’anni fa, la mia musica ha assunto le fattezze della colonna sonora: ha, cioè, cercato di evocare  immagini e paesaggi, colori e sensazioni. E per molto tempo mi sono chiesto come poter fare per esaltare questo aspetto della mia musica: con quali immagini, cioè, potrei utilizzarla al meglio. E di nuovo, all’improvviso, la realtà che non ti aspetti mi ha sottoposto una occasione imperdibile.

Dopo numerosi anni ho ritrovato un vecchio amico: si chiama SISTO GHINASSI ed abita a Bibbiena (AR). Qualche anno fa, non vi dirò quanti neanche sotto tortura, suonavamo insieme nella banda del paese ( c’era, fra gli altri, anche suo padre, il grande Elio al bombardino..) e poi ci siamo persi di vista per un sacco di tempo. Quando ci siamo rivisti ho scoperto una sua nuova passione: il volo col paramotore! Con l’aiuto di questo strano marchingegno lui infatti decolla e vola, filmando e fotografando tutto ciò che si trova sotto e di fianco a lui.  La bellezza del posto dove viviamo ha fatto il resto, fornendo ispirazione a go-go con foreste, castelli, corsi d’acqua e antichi borghi. Alla fine Sisto si è deciso a raccogliere tutto questo materiale in un sito: www.paraclick.it.

E’ stato automatico a questo punto tentare di unire la mia musica a qualche video; il risultato lo potete vedere qui di seguito:

http://www.paraclick.it/index.php/film-nellaria/?id=43

Giudicate voi se ne valeva la pena. Io posso solo dire che sono felicissimo di aver ritrovato un amico e che questo amico ha colmato una grande lacuna nel mio percorso artistico. Grazie Sisto!

La Forza della Credibilita’

In questa epoca dove la musica produce decine di pupazzi e marionette, tutte bravissime ad incrociare le braccia a formare una X e a fare il verso al cantante famoso di turno ma che nove volte su dieci, se dovessero mai scrivere qualcosa di proprio,  scoprirebbero probabilmente ben più di qualche altarino a dir poco sospetto, voglio citare degli amici che sono, dopo 36 anni di attività, la dimostrazione che le cose possono essere ancora fatte in un altro modo. Sto parlando dei MUSICANTI DEL PICCOLO BORGO, gruppo di ragazzi (?) molisani attivo già dal 1976  che cerca, riscopre e porta a nuova vita un patrimonio culturale di un valore immenso che altrimenti sarebbe irrimediabilmente perduto, fatto di storie, ninnenanne, racconti più o meno epici di briganti e storie d’amore che sanno d’antico.

Lo fanno attraverso la musica, quella della loro terra ma anche dell’Italia meridionale in genere, con strumenti che solo a vederli ti senti proiettato in un mondo che non c’è più ( o meglio che non ci sarebbe più, senza di loro e senza tanti altri gruppi del genere). Fulminati all’inizio dalla TAMMURRIATA NERA della NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE misero insieme questo gruppo che, ovviamente, ha visto anche cambi di formazione (fisiologico visto il tempo trascorso insieme) ma che ha sempre mantenuto intatto il gusto della riscoperta unito anche a quel pizzico di sfrontatezza positiva che ha permesso loro di suonare quella musica in una maniera LEGGERMENTE diversa dallo standard, e chi mi conosce ha già capito quanto questa cosa mi possa intrigare!

A dimostrazione di quanto sopra, vi riporto un link con l’ultimo pezzo che hanno scritto, dal titolo SEMPRE MUSICANTI: oltre al video, davvero emozionante per la scelta delle immagini, ascoltate come si possa “svicolare” dai parametri della musica popolare tradizionale (ma che vorrà dire, poi?) per produrre una musica che sì, richiama quel mondo, inevitabilmente, ma lo fa in un modo che potenzialmente può senz’altro interessare anche i non addetti ai lavori, o perlomeno anche coloro che non ascoltano abitualmente roba del genere. Tutto questo dopo 36 anni di concerti ovunque, in qualsiasi contesto, interno od esterno, piazza o teatro, circolino o festival all’estero, sempre guidati dalla passione per il loro lavoro.

Per tutto questo, un grazie di cuore a SILVIO TROTTA, STEFANO TARTAGLIA e tutti coloro che fanno e hanno fatto parte di quella magnifica realtà chiamata MUSICANTI DEL PICCOLO BORGO!SILVIO MOD

In questa epoca dove la musica produce decine di pupazzi e marionette, tutte bravissime ad incrociare le braccia a formare una X e a fare il verso al cantante famoso di turno ma che nove volte su dieci, se dovessero mai scrivere qualcosa di proprio,  scoprirebbero probabilmente ben più di qualche altarino a dir poco sospetto, voglio citare degli amici che sono, dopo 36 anni di attività, la dimostrazione che le cose possono essere ancora fatte in un altro modo. Sto parlando dei MUSICANTI DEL PICCOLO BORGO, gruppo di ragazzi (?) molisani attivo già dal 1976  che cerca, riscopre e porta a nuova vita un patrimonio culturale di un valore immenso che altrimenti sarebbe irrimediabilmente perduto, fatto di storie, ninnenanne, racconti più o meno epici di briganti e storie d’amore che sanno d’antico.

Lo fanno attraverso la musica, quella della loro terra ma anche dell’Italia meridionale in genere, con strumenti che solo a vederli ti senti proiettato in un mondo che non c’è più ( o meglio che non ci sarebbe più, senza di loro e senza tanti altri gruppi del genere). Fulminati all’inizio dalla TAMMURRIATA NERA della NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE misero insieme questo gruppo che, ovviamente, ha visto anche cambi di formazione (fisiologico visto il tempo trascorso insieme) ma che ha sempre mantenuto intatto il gusto della riscoperta unito anche a quel pizzico di sfrontatezza positiva che ha permesso loro di suonare quella musica in una maniera LEGGERMENTE diversa dallo standard, e chi mi conosce ha già capito quanto questa cosa mi possa intrigare!

A dimostrazione di quanto sopra, vi riporto un link con l’ultimo pezzo che hanno scritto, dal titolo SEMPRE MUSICANTI: oltre al video, davvero emozionante per la scelta delle immagini, ascoltate come si possa “svicolare” dai parametri della musica popolare tradizionale (ma che vorrà dire, poi?) per produrre una musica che sì, richiama quel mondo, inevitabilmente, ma lo fa in un modo che potenzialmente può senz’altro interessare anche i non addetti ai lavori, o perlomeno anche coloro che non ascoltano abitualmente roba del genere. Tutto questo dopo 36 anni di concerti ovunque, in qualsiasi contesto, interno od esterno, piazza o teatro, circolino o festival all’estero, sempre guidati dalla passione per il loro lavoro.

stefano12

Per tutto questo, un grazie di cuore a SILVIO TROTTA, STEFANO TARTAGLIA e tutti coloro che fanno e hanno fatto parte di quella magnifica realtà chiamata MUSICANTI DEL PICCOLO BORGO!

FOTO PIOMBINO DESE 23 MARZO 2012

Le foto sono di Roberto Brunello. GRAZIE!

SAN PATRIZIO

Come ogni anno arriva il 17 marzo, giorno in cui si celebra la festa di San Patrizio, santo patrono d’Irlanda; e immediatamente quasi in ogni angolo del pianeta si forma un capannello di persone che beve qualcosa, suonando e cantando musica irlandese. E’, se vogliamo, uno degli aspetti positivi della globalizzazione, anche se suscita sempre una certa curiosità vedere un giapponese o un russo (ma naturalmente anche un italiano) imbracciare un tipico strumento come le uilleann pipes o il bodhran e sfoggiare una competenza degna del CNR su reels, jigs e canzoni popolari dell’isola verde.

In realtà non c’è molto da meravigliarsi: qualche decennio fa in Italia, per esempio, è successa la stessa cosa con il blues (parlo degli anni 80), quando per contrastare l’avanzata di certi suoni plasticosi e mininimalisti ci fu una autentica esplosione di americanismo, anche un pò tamarro (ricorderete stivaletti a punta a go-go) che portò un sacco di gente a suonare i classici di Robert Johnson pur non essendo particolarmente americani o….neri!

Sarebbe, però, semplicistico limitarsi a definirla solo la moda del momento: ognuna di queste ondate si è fondata sempre soprattutto sul riconoscersi in un modo espressivo, strettamente collegato al proprio stato d’animo o al proprio carattere; così abbiamo avuto nichilisti datisi al blues cantando la propria dannazione partendo da uno splendido condominio anni 50, ragazzi bravissimi e buonissimi che si davano al trash metal sbattendo contro le pareti delle loro camere, e  sognatori ad occhi aperti abitanti mondi paralleli che suonavano slow air davanti al poster delle Cliffs of Moher. In ogni caso a guidare tutto c’era sempre la sensibilità del singolo e una buona dose di casualità che ha fatto coincidere le necessità del proprio momento con le caratteristiche di certe sonorità e certi generi musicali.

E’ successo così anche a me: ed oggi, a vent’anni di distanza, guardo la mia agenda che in questa settimana impazzisce regolarmente, diventando piena come non mai,  e mi sento particolarmente fortunato per non aver dimenticato di essere quello che sono e da dove vengo;  così mi posso godere delle splendide serate di musica senza… fingere di essere di Cork o Belfast, anche perchè il mio accento non mente e i miei capelli sono (ancora per poco) neri anzichè rossi….

 trifoglio
Come ogni anno arriva il 17 marzo, giorno in cui si celebra la festa di San Patrizio, santo patrono d’Irlanda; e immediatamente quasi in ogni angolo del pianeta si forma un capannello di persone che beve qualcosa, suonando e cantando musica irlandese. E’, se vogliamo, uno degli aspetti positivi della globalizzazione, anche se suscita sempre una certa curiosità vedere un giapponese o un russo (ma naturalmente anche un italiano) imbracciare un tipico strumento come le uilleann pipes o il bodhran e sfoggiare una competenza degna del CNR su reels, jigs e canzoni popolari dell’isola verde.

In realtà non c’è molto da meravigliarsi: qualche decennio fa in Italia, per esempio, è successa la stessa cosa con il blues (parlo degli anni 80), quando per contrastare l’avanzata di certi suoni plasticosi e mininimalisti ci fu una autentica esplosione di americanismo, anche un pò tamarro (ricorderete stivaletti a punta a go-go) che portò un sacco di gente a suonare i classici di Robert Johnson pur non essendo particolarmente americani o….neri!

Sarebbe, però, semplicistico limitarsi a definirla solo la moda del momento: ognuna di queste ondate si è fondata sempre soprattutto sul riconoscersi in un modo espressivo, strettamente collegato al proprio stato d’animo o al proprio carattere; così abbiamo avuto nichilisti datisi al blues cantando la propria dannazione partendo da uno splendido condominio anni 50, ragazzi bravissimi e buonissimi che si davano al trash metal sbattendo contro le pareti delle loro camere, e  sognatori ad occhi aperti abitanti mondi paralleli che suonavano slow air davanti al poster delle Cliffs of Moher. In ogni caso a guidare tutto c’era sempre la sensibilità del singolo e una buona dose di casualità che ha fatto coincidere le necessità del proprio momento con le caratteristiche di certe sonorità e certi generi musicali.

E’ successo così anche a me: ed oggi, a vent’anni di distanza, guardo la mia agenda che in questa settimana impazzisce regolarmente, diventando piena come non mai,  e mi sento particolarmente fortunato per non aver dimenticato di essere quello che sono e da dove vengo;  così mi posso godere delle splendide serate di musica senza… fingere di essere di Cork o Belfast, anche perchè il mio accento non mente e i miei capelli sono (ancora per poco) neri anzichè rossi….