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Massimo

ROGER LUCEY – NOW IS THE TIMEROGER LUCEY – NOW IS THE TIME

cover roger

Esce in questi giorni un album decisamente particolare tra le mie collaborazioni: si tratta dell’album del cantautore sudafricano ROGER LUCEY, amico di lunga data. Dopo aver combattuto per anni contro il regime sudafricano, denunciandone i crimini dell’apartheid e per questo subendone ritorsioni continue, finalmente Roger riesce a pubblicare un suo album: 15 pezzi che mescolano country, folk, world music, un sacco di musicisti bravissimi ed una produzione davvero ottima, piena della luce che si può vedere solo a quelle latitudini.
Ho partecipato alla registrazione di diversi pezzi, in qualche caso anche alla loro scrittura, suonando uilleann pipes, flauti, bouzouki e perfino la chitarra elettrica: per la precisione in ALL IN THE HEART, WHEN OUR HEARTS WERE ON FIRE, DAYS OF REFLECTION, THE LINE Tralasciando il lato emozionale presente nel risuonare insieme ad un amico dopo quindici anni, mi sono divertito un sacco a mescolare suoni e ritmi irlandesi a colori decisamente diversi, unendo Africa ed Europa insieme alla bellissima voce del mio amico Roger. Devo anche sottolineare che questo disco va a sanare un’ingiustizia pluriennale, rendendo il giusto merito ad un grande artista che non ha mai potuto essere tale per motivi indipendenti dalla propria volontà. Ve lo consiglio vivamente. Qui sotto potete ascoltare alcuni  brani: WHEN OUR HEARTS WERE ON FIRE, ALL IN THE HEART e DAYS OF REFLECTION.

Roger ha ricambiato il favore regalandomi un brano per il mio cd che sta per uscire. Naturalmente ve lo farò sapere.

L’album lo trovate nel sito di Roger www.rogerlucey.co.za e in tutte le piattaforme digitali.

Massimo

UN TOSCANO IN IRLANDA – L’autobiografia di Massimo Giuntini

UN TOSCANO E L'IRLANDA - copertina prima

In attesa del nuovo cd, la cui uscita è prevista in Maggio, arriva l’autobiografia di Massimo! Il libro UN TOSCANO E L’IRLANDA – La mia strana vita con una cornamusa  è da oggi disponibile, grazie all’iniziativa di EDITRICE ZONA.  Mi son molto divertito a scriverlo, ricordando episodi ed aneddoti divertenti nascosti tra le pieghe della mia attività musicale, ma ho anche cercato di spiegare quanto sia importante per me la musica, quanto sia stato fortunato ad avere la possibilità di girare il mondo insieme a questo strano attrezzo manovrato da un mantice, che mi ha consentito di incontrare persone importantissime e stranissime in ogni angolo del globo. Fondamentalmente ho voluto scrivere una storia divertente, spero di esserci riuscito.

Il libro è reperibile sia in libreria che in rete:

Questa la pagina delle librerie in cui lo potete trovare:  www.editricezona.it/librerie.htm.  Potete trovarlo anche su  www.amazon.it oppure qua sotto:

http://www.ilovebooks.it/advanced_search_result.php?oggetto_id=none&keywords=massimo+giuntini&osCsid=e3j2salueeqif2f03dk82rs180&x=7&y=13&search_in_description=1

Nel mese di Marzo sarò in giro a presentare questo libro, potete trovare date e luoghi sulla pagina tour 2015 del mio sito www.massimogiuntini.com.

Buona lettura!

Massimo

https://www.massimogiuntini.com/

Massimo

LE MIE RECENSIONI DI ALTRI ARTISTI – Bloogfolk.com

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FABRIZIO POGGI – Il Soffio della Libertà

 

 

 

SteveHackettCop

STEVE HACKETT – Wolflight

 

 

 

saor patrol

SAOR PATROL – Outlander

 

 

 

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THE GUTBUCKETS – Kick Out The Lomax

 

 

 

Bela Fleck

BELA FLECK & ABIGAIL WASHBURN – Bela Fleck & Abigail Washburn

 

 

 

nine600

YOUNG DUBLINERS – Nine

 

 

 

PenguinCafe-TheRedBook

PENGUIN CAFE – The Red Book 

 

 

 

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MARTIN & ELIZA CARTHY – The Moral Of The Elephant

 

 

 

Oysterband

OYSTERBAND – Diamonds on the water

 

 

 

Homo Erraticus

IAN ANDERSON – Homo Erraticus

 

 

 

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BAP KENNEDY – Let’s Start Again

Massimo

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Le foto sono di Riccardo Impallomeni.

Massimo

IL NOSTRO MOMENTO

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Si dice da sempre che la musica rock sia la musica giovane, anzi la musica per i giovani. E sì, sono senz’altro per la maggior parte i ragazzi che si ritrovano sotto qualche palco per ballare, cantare, scatenarsi e rimarcare anche fisicamente, oltre che spiritualmente, la loro giovinezza.

Anche i mezzi di comunicazione hanno sempre definito il rock come la musica giovane; io stesso ho avuto ampiamente modo di verificare quanto sopra durante la mia lunga permanenza nei Modena City Ramblers: l’85% del pubblico era – ed è ancora – composto da giovani e giovanissimi.

Poi però, come sempre, esistono delle eccezioni. Esistono cioè dei momenti in cui la musica – anche quella rock –  è destinata a persone meno giovani, scatenando inevitabilmente un’ondata di emozioni variegate e fortissime,  pari a quelle vissute da persone più giovani e ristabilendo un ordine democratico e paritario tra le diverse generazioni. Il 27 luglio 2014 io ho assistito ad uno di questi momenti, e per la prima volta mi sono trovato dall’altra parte della barricata, ossia tra i cosiddetti matusa.

L’evento si è verificato a Cortona (AR), splendida città etrusca adagiata sulle colline della Valdichiana, nell’ambito del Mix Festival 2014; protagonista dell’evento uno dei mostri sacri della musica rock progressive, il chitarrista STEVE HACKETT, che accompagnato da un gruppo di musicisti si è prodotto in una delle serate tecnicamente più potenzialmente pericolose per quanto riguarda la produzione di ferormoni nostalgici liberi nell’organismo umano: suonare la musica dei primi GENESIS! Dalla notte dei tempi il gruppo inglese è stato uno dei più amati della scena prog anni 70, e la dipartita di PETER GABRIEL nel 1974 sostituito da PHIL COLLINS ha scatenato dibattiti infiniti e discussioni intensissime tra i fans: meglio prima o dopo? Qual’è la migliore line up del gruppo? e via discorrendo. Adesso Hackett si presenta in tour con un gruppo di musicisti sconosciuti ai più nell’intento di riprodurre quella magia e quel suono senza i suoi celebratissimi ex colleghi. Salto mortale senza rete, viene da pensare. Ma la curiosità è davvero troppa per mancare.

Arrivo a Cortona nel tardo pomeriggio. L’atmosfera è davvero splendida: oltre ai tantissimi turisti stranieri che abitualmente invadono la città ci sono molte persone dirette al concerto e ai vari appuntamenti che il Festival ha organizzato. Mentre salgo la ripida salita che porta in piazza Signorelli sento delle voci microfonate provenire da dentro una chiesa: metto il naso dentro e vedo ERNESTO ASSANTE e GINO CASTALDO, ossia il gotha del giornalismo musicale italiano, intervistare la segretaria dei BEATLES. Subito mi scappa un sorriso: c’è qualcosa di diverso dal solito, dai soliti concerti. Fatico un attimo a mettere a fuoco di cosa si tratta, e proseguo la mia salita verso la piazza. Arrivo in una piazza piena di gente, dove lo spazio del concerto era già delimitato da transenne che però consentivano ancora un passaggio pedonale. Sento della musica provenire dal palco e mi affaccio: c’è ancora il gruppo sul palco che fa il soundcheck, stanno provando THE RETURN OF THE GIANT HOGWEED. Mi guardo intorno e mi vedo circondato da tanta gente, tutta con un telefono o un tablet in mano intenta a riprendere la scena. Hanno tutti sopra i quarant’anni e soprattutto hanno tutti la medesima espressione: occhi sbarrati e la bocca semiaperta in un sorriso diviso tra sorpresa e felicità estrema. E allora capisco qual’è la cosa diversa rispetto ad altre situazioni che prima mi sfuggiva: siamo tutti vecchietti! Siamo, ovviamente ma non troppo, un pubblico di mezz’età che ha colto l’occasione di sentire della musica meravigliosa dal vivo per la prima volta nella loro vita, suonata non da una cover band ma da uno dei protagonisti originali. Una volta compreso tutto questo, non vedo l’ora che si inizi.

Raggiungo il mio posto a sedere, e mentre aspettiamo nell’impianto suona della musica, in molta della quale spadroneggia una cornamusa irlandese. Segno buono, penso…Alle 21,30 esatte tra l’entusiasmo generale parte l’inconfondibile arpeggio di apertura di DANCE ON A VOLCANO. Il gruppo suona bene, la resa è più che buona, per quanto sia ovviamente impossibile non sentire l’assenza di Gabriel e Collins, ma tutti svolgono il proprio compito con diligenza, attenzione e professionalità. Il suono della Gibson di Hackett troneggia, ora cattivo ora dolcissimo, proprio come in quegli album che abbiamo tutti divorato per anni. In più di un momento la commozione prende il sopravvento: sentire dal vivo THE MUSICAL BOX, DANCING WITH THE MOONLIT KNIGHT o SUPPER’s READY suonata da Hackett in persona non ha prezzo. Mi guardo ancora intorno: ci sono amici, tanti, e persone che non conosco, tutti della mia generazione. Molti di noi hanno gli occhi lucidi, altri cantano, moltissimi sorridono. Ed è lì che mi accorgo che i veri protagonisti della serata siamo noi. E’ la nostra serata. Il nostro momento. Per una sera i ragazzi più giovani passano in secondo piano. Certo, ce n’erano alcuni tra il pubblico, ma quella è la serata della nostra riscossa, la carica degli ultraquarantenni! Siamo di nuovo, per una sera, liberi di cantare, ridere, piangere, godere fisicamente per la cosa più bella che ci sia al mondo: la musica. E che musica: i Genesis in persona! Attenzione: non si tratta solo di nostalgia per quando eravamo giovani e quindi le cose erano per forza migliori. C’è di mezzo, secondo me, anche un discorso musicale trasversale, un pensiero a quando la musica aveva un’importanza diversa nella nostra società. Ed è come sottolineare di nuovo, ricordare che era possibile scrivere qualcosa di bellissimo che non durasse necessariamente tre minuti e mezzo altrimenti le radio non l’avrebbero passata; e visto che ancora oggi gli stessi protagonisti di quella musica sono in giro a suonarla, personalmente voglio credere che sia ancora possibile farlo oggi. Se poi dura cinque minuti anzichè sette pazienza! Finito il concerto, come una volta, tutti a discutere: questo brano è venuto meglio, quello peggio, il bassista bravissimo, ma insomma, a me è piaciuto più il tastierista, certo che Collins e Gabriel…tutto sempre col sorriso di chi ha consumato la sua riscossa. Se mai ce ne fosse bisogno mi rendo conto, sempre di più, del potere della musica.

Quando è buona.

Massimo

Massimo Giuntini in concert. Montelago, 08/03/2013MASSIMO GIUNTINI IN CONCERTO. Montelago, 03/08/2013

Massimo Giuntini with Roberto Romagnoli, Guitar, Davide Candini, keyboard, Gianluca Rizzoni, bass and Fausto Gherardi, drums.

Le Calvaire
The Big Ocean
A Serious Polka
The Little Prince
Dance Of Life

http://youtu.be/9PZFMR9FXEQGiuntini_058

Massimo Giuntini in concerto a Montelago (MC) il 3 agosto 2013 con Roberto Romagnoli alle chitarre, Davide Candini alle tastiere, Gianluca Rizzoni al basso e Fausto Gherardi alla batteria.

The Big Ocean

A Serious Polka

The Little Prince

Dance Of Life

 

http://youtu.be/9PZFMR9FXEQ

Massimo

THE BANDIL GRUPPO

Questo è il gruppo che mi sostiene e mi accompagna nei miei concerti da solista. Foto ed immagini di colleghi ed amici con i quali condivido sempre belle emozioni. Grazie ragazzi!

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Davide Candini

Davide Candini

Roberto Romagnoli

Roberto Romagnoli

Gianluca Rizzoni

Gianluca Rizzoni

Fausto Gherardi

Fausto Gherardi


ROBERTO “RORO'” ROMAGNOLI – chitarre e bouzouki

DAVIDE “DAVE” CANDINI – tastiere

GIANLUCA “RIZZO” RIZZONI – basso

FAUSTO “FIUST” GHERARDI – batteria

Massimo

BIOGRAFIA

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GLI INIZI

Nato ad Arezzo nel 1965, mi sono avvicinato al mondo della musica all’età di 12 anni, studiando il clarinetto nella banda di Subbiano (AR), il mio paese. La prima svolta avviene all’età di 15 anni, quando si procura un basso elettrico, marca Marvin, e forma il suo primo gruppo denominato GOINGS che si cimenta in impegnative cover di gruppi prog quali Yes, Boston, Rush e rock come Led Zeppelin e Deep Purple. In questi anni si forma la mia predilezione per la scena rock anni Settanta, con gruppi come Jethro Tull, Yes, Gentle Giant e Rush in cima alle  preferenze.

L’IRLANDA E LE UILLEANN PIPES
Dopo diversi anni, precisamente nel 1990, mi reco per la prima volta in Irlanda ed acquisto alcuni tin whistles e molti cd di musica irlandese, finendo per essere stregato dal suono delle uilleann pipes che aveva visto suonare per strada a Galway. L’anno successivo torno in Irlanda e riesco ad acquistare un practice set dal costruttore Charles Roberts a Glencar, nei pressi di Sligo. Tornato in Italia mi dedico allo studio dello strumento e l’anno dopo formo con alcuni amici il gruppo LA CASA DEL VENTO, col quale giro l’Italia in seguito alla partecipazione ad Arezzo Wave nel 1992. Nel frattempo vengo chiamato a far parte di un gruppo denominato MAZAPEGUL, formato da membri residenti nell’Appennino romagnolo, tra cui spiccano MIRCO MARIANI, all’epoca batterista di Vinicio Capossela, e VALERIO CORZANI, ex bassista dei Mau Mau.

L’INCONTRO CON I MODENA CITY RAMBLERS

Proprio in occasione di un loro concerto, per la precisione all’Onirica di Parma, incontro Cisco, cantante del MODENA CITY RAMBLERS.  Sarà l’inizio di un lungo sodalizio che mi porterà a far parte in pianta stabile del gruppo emiliano, col quale giro l’Italia più volte, l’Europa e anche oltre fino al 2002. Tra le esperienze all’estero spiccano quella in Sudafrica nel 2000, quella a Cuba nel 1997, la visita al campo profughi nel Sahara Occidentale del 2001.

ALTRE ESPERIENZE

Nel frattempo trovo anche il tempo per formare, con gli amici Stefano Santoni e Carlo Gnocchini, il trio DUCTIA, ensemble strumentale di stampo vagamente world, che vanta cinque cd all’attivo e partecipazioni a diversi festival anche fuori Italia, e di partecipare a session di registrazioni con  Paola e Chiara, Paola Turci, Vinicio Capossela.  Nel 1997 sono in tour anche col gruppo CRAOBH RUA, quattro musicisti di Belfast alfieri della migliore tradizione irlandese per sei date lungo tutto lo stivale. Non sarà questa l’unica escursione in territorio estero: suono anche con Dervish, John Renbourn, Pierre Bensusan, Chieftains.

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 LA CARRIERA  SOLISTA

Parallelamente sempre dal 2001 inizia la mia attività da solista, con l’uscita del cd CELTICARAVAN, pubblicato da Trentini Editore.  Negli anni successivi vedranno la luce altri cinque cd  (l’ultimo uscito nel 2015,  TRECENTOSESSANTA)  fino alla formazione di un gruppo stabile con l’aiuto del quale esegue il materiale dei  cd dal vivo.

WHISKY TRAIL

Nel frattempo lascio i Modena City Ramblers ed entro a far parte dei WHISKY TRAIL, storico gruppo fiorentino di musica irlandese, il primo in assoluto ad aver suonato questa musica in Italia. Con il combo toscano partecipo attivamente alla scrittura ed alla registrazione del cd  CHAOSMOS,  dopo aver fatto solo l’ospite in diversi album precedenti, e suono stabilmente dal vivo.

GANGS OF NEW YORK

L’evento principale di questo periodo è senz’altro la partecipazione alla realizzazione di un grande film giraro a Roma dal regista MARTIN SCORSESE: GANGS OF NEW YORK, dove suono il tin whistle in un paio di brani ed interpreto perfino un piccolo ruolo, finendo per avere il mio nome nel cd della colonna sonora accanto ad artisti come PETER GABRIEL, U2, AFRO CELT SOUND SYSTEM e FINBAR FUREY.

LE PRODUZIONI

Dall’anno 2000 inizio anche l’attività di produttore artistico, accogliendo nel mio studio vari artisti: Rodolfo Montuoro, La Tresca, Kabila, Fabio Puglia, Taberna Vinaria e Società del Chiassobujo condividono con me musica e creatività con ottimi risultati.

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COLLABORAZIONI

Numerose sono le collaborazioni con altri artisti durante questi anni: Cisco, Inchanto, Vallesanta Corde, Lou Dalfin.  Da sottolineare l’uscita nel 2011 di un cd scritto a quattro mani con Raffaello Simeoni dal titolo TERRE IN VISTA, dove finalmente si uniscono i mondimiei e dell’ amico cantante reatino, perfetto crossover tra il mondo popolare italiano e quello celtico.

Nel giugno 2012,, in procinto di organizzare i concerti estivi,  trovo il tempo per registrare il cd d’esordio dei Taberna Vinaria, gruppo nato da una costola dei La Tresca (due elementi fanno parte di entrambi i gruppi), intitolato Il ponte del diavolo. Inoltre arricchisco con i miei strumenti lo splendido Nana’s Lullabyes dei Whisky Trail, una compilation di ninnananne di ogni parte del mondo davvero rimarchevole. La mia presenza è poi richiesta nel cd del gruppo Zampognorchestra, cinque zampogne che si dedicano ad un repertorio davvero eclettico, che passa da brani originali alla musica classica fino addirittura al rock dei The Rolling Stones, sempre suonando cinque zampogne; un cd davvero divertente dove Massimo è ospitato in un brano dal titolo Nobord.   Massimo torna sulla piazza nel marzo 2013 con diversi concerti e con un nuovo album, chiamato PROMISES. Per la prima volta appare il suono del pianoforte nella sua produzione solistica: l’album suona come la summa del mio lavoro, includendo anche la passata esperienza dei Ductia. Subito dopo mi dedico alla produzione del nuovo album dei KABILA, intitolato YALLAH!, che vede la partecipazione di Raffaello Simeoni quale direttore musicale per le voci di Emad Shuman e Mirko Speranzi, nonché gli interventi di Andrea Chimenti alla voce recitante e di GABIN DABIRE nel brano Due stelle.  L’estate passa molto laboriosa, con molti bei concerti in tutta Italia, tra cui il ritorno alla collaborazione con Cisco verso la fine dell’anno.

Nel mese di Settembre  incontro dopo più di dieci anni il cantante sudafricano Roger Lucey, a casa dell’amico comune Luca Lanzi della Casa del vento. Quella bella serata tra amici diventa il presupposto per la nascita di una ulteriore collaborazione, stavolta addirittura dall’altra parte del mondo: Roger Lucey fornirà un brano per il mio nuovo album  e io suonerò nel nuovo cd di Roger, il tutto tramite Internet e nei rispettivi studi di registrazione.

Nel 2015 esce l’autobiografia intitolata Un toscano in Irlanda – la mia strana vita con una cornamusa: un libro dove  racconto i miei primi vent’anni di carriera descrivendo molti episodi “buffi” o quantomeno insoliti che mi sono capitati stando in giro. .Me ne vado anche in giro per  l’Italia per presentarlo in contesti più o meno usuali quali festival musicali ma anche librerie vere e proprie.

Quanto promesso l’anno prima, però, avviene puntualmente: ad Aprile esce il cd di Roger Lucey intitolato Now is the Time, con una mia massiccia partecipazione  in diversi pezzi e con molti strumenti. L’album riveste idealmente una grande importanza, visto che Roger, trent’anni prima e più, aveva visto compromessa la sua carriera musicale dalla censura del regime dell’apartheid, e solo nel 2015 è riuscito infine a pubblicare un album a suo nome, il primo in tutti questi anni!

Due mesi dopo, il 26 giugno, esce TRECENTOSESSANTA, il nuovo album, dove per la prima volta appaiono brani cantati, per l’esattezza cinque, da cinque diversi cantanti: il tradizionale PEATA BEAG DO MHATHAIR cantato dall’amico Marcello de Dominicis; il brano Ora lo so cantato da Cisco; la ballata Soglia d’inverno interpretata da Andrea Chimenti; la delicata Indaco scritta a quattro mani con l’amico Raffaello Simeoni; la ballata irish/country Say Goodbye, scritta ed interpretata da Roger Lucey. Il resto dell’album vede come sempre sei brani strumentali, stavolta più orientati verso suoni e ritmi jazz mescolati alle consuete strutture della musica celtica, e viene sostenuto da una discreta attività live in giro per l’Italia.

L’anno 2016 vede una importante novità: l’inizio della collaborazione con l’editore musicale Charlie Marchino, curatore della musica per la casa di produzione televisiva Magnolia; a partire dall’autunno diverse musiche mie vanno a finire in programmi televisivi importanti. A giugno, intanto, si verifica una rimpatriata doc: un album nuovo di zecca con una formazione composta da Cisco Bellotti, Giovanni RubbianiAlberto Cottica ed il sottoscritto, con la produzione di Kaba Cavazzuti. In pratica buona parte del vecchio nucleo dei Modena City Ramblers. Il progetto esce con il nome I DINOSAURI, e vede l’uscita dell’album prevista per il 28 ottobre, con un tour che avrà luogo nei mesi di Febbraio e Marzo 2017.

Massimo

KABILA – YALLAH! (2013)

Esce a metà settembre il terzo episodio della saga KABILA, il gruppo aretino che annovera tra le proprie file il cantante libanese EMAD SHUMAN. Molte sono le novità nel multietnico combo: innanzitutto l’ingresso nella band del chitarrista elettrico GABRIELE “CATO” POLVERINI, già noto per aver creato e condotto il gruppo NOI NATI MALE e del bassista MARCO CHIANUCCI. Grandi acquisti in termini di esperienza e di potenza sonora.

Credo di poter affermare senza tema di smentita che questo sia il loro disco più importante: il gruppo presenta infatti uno stile molto più robusto e personale, dove alle consuete atmosfere mediorientali si fondono influenze che vanno dai PORCUPINE TREE ai nostrani SUBSONICA. Ne esce un gruppo moderno a tutti gli effetti, attento ai suoni del passato , pronto a farsi ascoltare anche dai più giovani grazie a brani come DABKEH , YALLAH o  CONFINI ma anche capace di affrontare atmosfere più acustiche come nel brano DUE STELLE, dove giganteggia la partecipazione del cantante africano GABIN DABIRE’, originario del Burkina Faso ma da anni residente in Toscana. Rimarchevole inotre la cover di SIDUN di FABRIZIO DE ANDRE’ e MAURO PAGANI, riletta in un contesto quasi psichedelico e che vede la partecipazione ai cori del mio amico RAFFAELLO SIMEONI, che peraltro non si è limitato a questo ma ha svolto un gran lavoro di tutor per le voci in tutto il cd. Aggiungete a tutto questo anche la partecipazione di percussionisti palestinesi (SHADY HASBUN ) e di talenti a tutto tondo come CHADI  DALATY alle voci in YALLAH ed otterrete un vero e proprio manifesto del suono moderno applicato al mondo mediorientale. Un disco davvero ottimo, attualissimo ed interessante. i KABILA sono: MIRKO SPERANZI alle tastiere e voce, CRISTIANO ROSSI alle chitarre, oud e saz, MARCO CHIANUCCI al basso, ADRIANO “NANO” CHECCACCI alla batteria, GABRIELE “CATO” POLVERINI alle chitarre elettriche, EMAD SHUMAN alla voce.

Infine segnalo che il giorno 20 settembre 2013 i KABILA presenteranno il cd al Teatro Tenda di Arezzo dalle ore 19,00. Prevista cena con buffet a tema libanese e concerto con gli ospiti presenti nella registrazione, compreso il sottoscritto.Copertina kabila
Esce a metà settembre il terzo episodio della saga KABILA, il gruppo aretino che annovera tra le proprie file il cantante libanese EMAD SHUMAN. Molte sono le novità nel multietnico combo: innanzitutto l’ingresso nella band del chitarrista elettrico GABRIELE “CATO” POLVERINI, già noto per aver creato e condotto il gruppo NOI NATI MALE e del bassista MARCO CHIANUCCI. Grandi acquisti in termini di esperienza e di potenza sonora.

Credo di poter affermare senza tema di smentita che questo sia il loro disco più importante: il gruppo presenta infatti uno stile molto più robusto e personale, dove alle consuete atmosfere mediorientali si fondono influenze che vanno dai PORCUPINE TREE ai nostrani SUBSONICA. Ne esce un gruppo moderno a tutti gli effetti, attento ai suoni del passato , pronto a farsi ascoltare anche dai più giovani grazie a brani come DABKEH , YALLAH o  CONFINI ma anche capace di affrontare atmosfere più acustiche come nel brano DUE STELLE, dove giganteggia la partecipazione del cantante africano GABIN DABIRE’, originario del Burkina Faso ma da anni residente in Toscana. Rimarchevole inotre la cover di SIDUN di FABRIZIO DE ANDRE’ e MAURO PAGANI, riletta in un contesto quasi psichedelico e che vede la partecipazione ai cori del mio amico RAFFAELLO SIMEONI, che peraltro non si è limitato a questo ma ha svolto un gran lavoro di tutor per le voci in tutto il cd. Aggiungete a tutto questo anche la partecipazione di percussionisti palestinesi (SHADY HASBUN ) e di talenti a tutto tondo come CHADI  DALATY alle voci in YALLAH ed otterrete un vero e proprio manifesto del suono moderno applicato al mondo mediorientale. Un disco davvero ottimo, attualissimo ed interessante. i KABILA sono: MIRKO SPERANZI alle tastiere e voce, CRISTIANO ROSSI alle chitarre, oud e saz, MARCO CHIANUCCI al basso, ADRIANO “NANO” CHECCACCI alla batteria, GABRIELE “CATO” POLVERINI alle chitarre elettriche, EMAD SHUMAN alla voce.

Infine segnalo che il giorno 20 settembre 2013 i KABILA presenteranno il cd al Teatro Tenda di Arezzo dalle ore 19,00. Prevista cena con buffet a tema libanese e concerto con gli ospiti presenti nella registrazione, compreso il sottoscritto.

Massimo